Tokyo 2020, figli d’arte e di Sacchetti

28 Luglio 2021 di Stefano Olivari

Per l’Italia della pallacanestro una bella sconfitta contro un’Australia che non sarebbe sorpresa vedere a medaglia, figlia di una differenza a rimbalzo imbarazzante ma non ovvia, visto che si è andati sotto soprattutto sui rimbalzi dinamici. Sacchetti ha provato senza successo la magata Spissu, subito rientrata, prima di ammettere da vero players’ coach che questa è la squadra di Mannion e Fontecchio, entrambi doppi figli d’arte (la genetica è un’opinione come la virologia?). Non ancora di Gallinari, altro figlio d’arte, in campo poco, male, con la faccia sbagliata e qualche pallone di troppo non ricevuto. Un po più di Melli (anche lui…), bene in difesa contro gente di altra stazza. Per passare di sicuro ai quarti, senza inerpicarsi in calcoli e fidarsi della sportività degli altri (che non c’è mai), bisogna battere la Nigeria di Mike Brown, squadra con troppo talento sopravvalutato, che gioca senza gerarchie (semi-ignorati Okafor e Okogie), che abusa del tiro da tre e che si è suicidata contro la Germania negli ultimi 5 minuti di una partita fin lì punto a punto. Difficile, ma si può fare sperando poi nel sorteggio rimescolante. Un’Italia figlia del miglior sacchettismo, per noi quello di Cremona e non quello, pur scudettato, di Sassari.

Rai Due o Eurosport Player? Spesso entrambi, oggi più che mai. Eurosport per le discipline che ci piacciono a prescindere, la Rai perché la pur becera logica dell’italiano da medaglia ci spinge ad informarci sulle regole del judo o della sciabola. “Per chi? Per cosa?”, direbbe giustamente Ormezzano scaduta la nostra decima ora davanti al video. Ma al prossimo giro, usando tutti gli introiti pubblicitari di Indiscreto (il prossimo unicorno, quando saremo quotati), faremo il poker dal vivo dopo le meravigliose settimane di Barcellona, Atene e Londra. Scrivendo peraltro le stesse cose, il bello è questo. Non tutti gli editori sono felici di pagare alberghi a sette stelle per un temino sulla tensione data dal grande evento, quindi la soluzione è diventare editori.

Gustata secondo per secondo la bellissima finale del 3×3 vinta dalla Lettonia sulla Russia, con uno straordinario Miezis, la classica guardia versatile che in questa sotto-pallacanestro spacca. Una delle costanti del 3×3 insieme ovviamente all’abuso di pick and roll e di tiro da fuori, statisticamente ancora più conveniente, 2 punti contro 1, che nella pallacanestro vera. Non sapendo rispondere alla domanda delle domande (come mai gli USA uomini non si sono qualificati per questo torneo dove potrebbero schierare 6 milioni di squadre all’altezza di quella lettone?), ci siamo divertiti e un po’, ma soltanto un po’, ricreduti.

Alle 3.50 circa di stamattina ci siamo davvero commossi, senza sovrastrutture né vergogna. Anche se la Pellegrini è il millesimo campione che vediamo ritirarsi, portandosi via tanta vita anche nostra, e lei stessa è la millesima volta che la vediamo piangere davanti ad Elisabetta Caporale.

Contabilità delle medaglie italiane di oggi, giorno 5, in estrema sintesi e senza contare la pugile Irma Testa, che ha superato i quarti nei piuma e sarà come minimo di bronzo. Argento nella sciabola maschile a squadre, non un oro perso visto il valore degli avversari (anche degli ungheresi semifinalisti): Aldo Montano, Luca Curatoli, Enrico Berré e Luigi Samele. Fiamme Azzurre, Fiamme Oro, Fiamme Gialle, Fiamme Gialle. Bronzo nel nuoto nei 200 farfalla di Federico Burdisso, Esercito. Bronzo nel 4 senza di canottaggio, grazie a Giusppe Vicino, Matteo Lodo, Marco Di Costanzo e Matteo Castaldo. Fiamme Gialle, Fiamme Gialle, Fiamme Oro, Fiamme Oro. Sempre precisando che le medaglie si pesano, non si contano (l’oro nella pallavolo auspicato da Malagò varrebbe davvero quanto il 90% delle medaglie finora vinte messe insieme), siamo a un oro, 6 argenti e 8 bronzi, quindicesimi dietro al Kosovo e davanti alla Svizzera. E adesso chiudiamo con una raffica di domande.

Perché siamo sensibili allo stress di un’atleta, non necessariamente una per la quale sbaviamo, e non ci accorgiamo di quello di una nostra moglie, madre, sorella, figlia, amica?

Siamo gli unici appassionati di calcio ad avere guardato zero minuti di calcio olimpico?

Perché l’Italia del calcio non è a Tokyo?

L’Italia della scherma è in declino?

È bello guardare due donne che si picchiano?

Risposte possibili: perché facciamo schifo, no, guardate chi l’allenava, è una delle tre nazioni ad avere qualificato tutte le sei squadre ai Giochi, no.

 

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