Tokyo 2020, bronzo alla Simeoni

7 Agosto 2021 di Stefano Olivari

Pochi ori sono stati meritati come quello di Mariya Lasitskene, derubata del titolo olimpico di salto in alto nel 2016 quando il CIO mise sullo stesso piano atleti russi dopati e atleti russi non dopati (come Mariya, allora Kuchina), quando la stessa sanzione era stata sempre evitata ad altri sistemi ugualmente marci. La tre volte campionessa del mondo non era data in grande forma ed infatti ha superato l’1,96 solo al terzo tentativo, al secondo l’1,98 e i 2 metri, per poi balzare in testa sulla McDermott, che pare studiata per confermare i luoghi comuni sulle saltatrici, al 2,02 saltato subito. Il 2,04, al secondo tentativo e a 2 centimetri dal suo personale, ha poi chiuso ogni discorso.

Da ricordare che il salto in alto femminile è una delle ormai poche specialità dell’atletica in cui con tempi e misure degli anni Ottanta e più indietro si vincerebbe nel 2021. Sara Simeoni, straordinaria ogni sera su Rai Due al Circolo degli anelli, con il suo personale ma anche con i 2 metri saltati a Los Angeles 1984 da mezza infortunata a fine carriera, a Tokyo avrebbe vinto il bronzo. Da ricordare anche, in maniera più amara, che ai Mondiali Under 17 di Bressanone del 2009 la Kuchina arrivò seconda dietro alla coetanea Alessia Trost. A riprova che i problemi passati dell’atletica italiana erano solo in parte legati al talento. Eppure del mezzofondo si dicono le stesse cose che si dicevano qualche anno fa della velocità.

La nostra gara più amata sono i 1500 ed oggi è stata onorata con una corsa da grande meeting di Diamond League, per una volta lo diciamo nell’accezione positiva. Tutti a tutta fin dall’inizio e il predestinato Jacob Ingebrigtsen a staccare Cheruiyot nel finale, con il bronzo al britannico Kerr, medaglia che in patria sarà onorata (giustamente) più di ori di serie B. Non ci sembra di avere visto superscarpe (ci vorrebbero i bei registi marchettari di una volta per esserne sicuri), ma di sicuro la superpista è la stessa dell’altro supernorvegese Warholm: 6 dei primi 8 hanno fatto il loro personale, quello di Ingebrigtsen di 3’28″32 è anche record europeo. In certe specialità bisogna abituarsi a questi tempi invece di gridare al miracolo ogni volta.

La 4×400 azzurra è riuscita a dimostrare che i cambi si possono sbagliare anche nella staffetta del miglio. L’errore di Scotti di scegliere l’interno del rettilineo quando Sibilio era piazzato all’esterno è costato, mal contati, quasi due secondi e quindi forse una medaglia di bronzo. Il nuovo record italiano, 2’58″81, dopo quello già pazzesco (con i parametri di una volta) stabilito in semifinale, pensando alla modesta prima frazione di Re, ha il sapore amarissimo delle occasioni perdute. Ma anche questa staffetta ha un bel futuro.

A proposito, quante volte abbiamo rivisto la 4×100? I parziali e le velocità di punta di Patta, Jacobs, Desalu e Tortu sono stati pubblicati dappertutto, a noi piace sottolineare che i cambi fra Patta e Jacobs e fra Jacobs e Desalu sono stati sì buonissimi (rivisto a freddo non male nemmeno l’ultimo, anche se schiacciato) ma che Jacobs non è partito dalla parte più bassa possibile della zona di cambio e non ha consegnato il testimone in quella più lontana possibile. Ed era stato messo in seconda proprio per correre molti più metri… In altre parole, l’Italia ha addirittura margine per migliorare.

Desalu è diventato il nostro eroe quando si è rifiutato di sfottere la Gran Bretagna per quel centesimo di differenza, dicendo che “Non è etico”.

La Francia ha buttato via un’occasione storica per vincere l’oro nella pallacanestro. Perché negli ultimi decenni tante squadre sono state vicine a battere Team USA e qualcuna l’ha anche battuto (la stessa Francia due settimane fa, per dire), ma nessuno ci era mai riuscito giocando così sotto al proprio livello. Anche per merito degli americani, eccellenti in difesa senza mai bisogno di cambiare (e del resto questa è stata fin dall’inizio la filosofia di Popovich), con un grande Holiday e un Green sottoutilizzato, trascinati poi in attacco da Kevin Durant, terza vittoria olimpica per lui, e da un Tatum sotto controllo al contrario dei disastrosi Lillard e Booker. Però la Francia non ha mai dato la sensazione di andare sotto, nemmeno quando è stata sotto pesantemente nel punteggio, ed alla fine al di là di qualche prestazione negativa (Batum, fin qui un eroe, ed Heurtel) ha perso per dettagli che poi con sono dettagli, come il disastro ai tiri liberi di Gobert, che per il resto ha giocato bene, ed altri (62% di squadra…) e la quantità industriale di palle perse, alcune senza nemmeno grande pressione. La leadership di Fournier e De Colo non è bastata e così Popovich si porta a casa l’oro facendo il suo, con una squadra logica che però non ha emozionato.

Ci dispiace per Luka Doncic, arrivato sfinito a questa finale per il bronzo che abbiamo visto a pezzi fra una gara di atletica e l’altra e che quindi non commentiamo (sarà una delle mille differite olimpiche che allieteranno le nostre prossime settimane), ma l’Australia non poteva uscire dall’Olimpiade con l’ennesimo quarto posto, come accadeva ai tempi di Gaze, Heal e Longley e come è accaduto a Rio con Mills e buona parte di questo gruppo. Nella pallacanestro non esiste la proprietà transitiva, ma ci piace ribadire che la vituperata Italia se l’è giocata anche con i Boomers, oltre che con la Francia.

A proposito, l’Italia non era la migliore nazione del mondo quando si tratta di fare squadra? Dopo Euro 2021 quasi tutti si sono veltronizzati, sostenendo una tesi simile. Cosa si dovrebbe dire allora della Francia? Oro nella pallavolo maschile (mai vinta prima una medaglia olimpica), purtroppo vista solo nei due set finali. Argento olimpico nella pallacanestro maschile e bronzo in quella femminile. Oro nella pallamano maschile e domani finalista in quella femminile. Argento nel rugby a 7 femminile. Poi le critiche alle squadre italiane a Tokyo sono esagerate, visto che alle Olimpiadi è già stradifficile qualificarsi.

Medaglie italiane, per non dire cubane, di oggi. Bronzo di Abraham Conyedo (Esercito) nella lotta libera, categoria 97 kg.

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