Tifosi del Millwall meglio di Black Lives Matter

7 Dicembre 2020 di Stefano Olivari

I tifosi del Millwall cattivi, i sostenitori di Black Lives Matter buoni. Questa la sintesi che il giornalista collettivo ha fatto di quanto accaduto sabato al The Den, prima della partita di Championship fra Millwall e Derby County. Quando i giocatori delle due squadre si sono inginocchiati, non autonomamente ma per scelta dei club e della Football Association, in omaggio al movimento di opinione che nell’ultimo anno ha fatto parlare tantissimo di sé (prima del 2016 negli Stati Uniti il razzismo non esisteva, così come non esisterà dal 2021), la maggior parte dei 2.000 presenti ha fischiato.

Invitiamo a guardare le immagini, con tanto di audio, per formarsi un’opinione. Certo è che a contestare Black Lives Matter non è stata una minoranza, come avviene sui media e tutto sommato anche in politica, ma la maggioranza. Non di hooligan, che del resto negli stadi inglesi non esistono quasi più, ma di tifosi ed elettori normali. Ovvie le reazioni. I calciatori inseriti nel circuito mediatico, per non dire dei politici e della parte istituzionale del calcio, hanno condannato, mentre alcuni gruppi di tifosi del Millwall hanno spiegato il gesto con il fatto che il BLM altro non sia che un movimento politico di sinistra che in Inghilterra ispira l’odio per la stessa storia inglese, Churchill compreso.

Hanno secondo noi ragione, anzi ragionissima, i tifosi del Millwall e non solo per i motivi che hanno spiegato. Perché nel calcio le manifestazioni politiche imposte dall’alto (lo stesso inginocchiamento è stato fatto su tutti i campi) sono comunque sbagliate e creano precedenti in cui si può infilare chiunque per veicolare messaggi che vengono spacciati per condivisi ma che tanto condivisi non sono se vengono fischiati dalla maggioranza. Chi decide cosa è giusto e cosa sbagliato? La federazione? La Premier League? O si dice chiaramente che il popolo è formato da una massa di caproni che va educata, una tesi che può avere fondamento anche se poi bisognerebbe chiedersi chi sceglie gli educatori, oppure si deve accettare chi la pensa diversamente.

Gli sviluppi della vicenda saranno interessanti in ogni caso, perché i tifosi del Millwall, non solo i Bushwackers, odiano a prescindere gli avversari e sostengono a prescindere i propri giocatori, a prescindere dal colore della pelle e da altre caratteristiche. Al di fuori della frangia hooligan, ma qui si parla di delinquenza, certo non corrispondono all’idea di tifoso-consumatore che la Premier League e un po’ tutto il calcio mondiale vorrebbero. Un tifoso che stando a casa davanti al televisore, terrorizzato ad arte ed indossando la quarta maglia ufficiale, certo non può fischiare la lezioncina politicamente corretta.

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