Tick-Tock, buon Natale 2021 da Indiscreto

23 Dicembre 2021 di Stefano Olivari

Indiscreto vi augura e si augura un buon Natale 2021, prendendola un po’, ma giusto un po’, alla lontana. Qualche giorno fa eravamo a pranzo con due nostri cari amici in un locale in zona Brera, l’Osteria del Corso, per i frequentatori abituali ‘da Mimmo’, ritrovo di calciatori ma soprattutto del sottobosco del calcio. A parte quei pochi vip un posto pieno di gente senza arte né parte, ma con pochissimi gradi di separazione da chi conta davvero: dovendo fare i giornalisti sportivi (purtroppo non è più un nostro problema da anni) è uno di quei pochi posti da frequentare a Milano. Per farla breve: erano le due e mezza, forse le tre, e sembrava di essere nel 2000, quando Indiscreto è nato, o negli anni seguenti. La Milano di Bobone, di Aida Yespica e di Erminio Ottone, quella in cui il cordone che delimitava il privé del Tocqueville era il confine fra Inferno e Paradiso.

Al tavolo sulla destra Vieri, Cassano, Adani e Ventola, in quello davanti Borriello. Ad un certo punto è comparsa una sconvolgente Belen, con ombelico scoperto, che ha salutato tutti e soprattutto il suo ex, con il quale una quindicina di anni fa aveva messo su casa in Foro Buonaparte, lì vicino. Da ogni dove spuntavano quei personaggi fondamentali per capire il calcio italiano, più delle analisi sulla catena di destra o le coperture preventive. Autisti senza patente, personal shopper ai quali non affideremmo un centesimo, promotori finanziari radiati da tutto, sedicenti esperti di calcio francese. Soprattutto uomini dall’età indefinibile, fra i 30 mal portati ed i 60, con piccole eredità, la pancia da aperitivi e tanta voglia di avere in rubrica il numero di 50 calciatori o ex calciatori.

Per farla breve, ecco il flash: ci sembrava di essere tornati ai primi anni di Indiscreto, che poi erano anche i primi di una Internet davvero di massa, senza più il mito dell’utilità e con tanta voglia di cazzeggio. Siamo nati in questo contesto, cambiando pelle più e più volte ma sempre conservando quello spirito da ragazzi ai quali è sempre andato tutto bene: non siamo diventati calciatori né scienziati, ma abbiamo sempre fatto e avuto il nostro senza troppe umiliazioni. Come ha detto Robertino Rossellini in una recente intervista sul Foglio, meglio essere spettatori intelligenti che cattivi attori.

Veniamo al punto, auguri a parte: questi decenni sono passati in un attimo e al di là della considerazione da vecchi pensiamo di avere davanti un tempo almeno simile prima che arrivi l’ora del badante. Un tempo che su Indiscreto ci vorremmo giocare in maniera nel 90% dei casi non mercenaria. Quindi sì ai trend, perché se eleggono il presidente della Repubblica magari abbiamo un’opinione in merito, ma senza sentirci obbligati.

La più volte ricordata considerazione di Giorgio Bocca va ricordata una volta di più: se scrivi quattro articoli la settimana vuole dire che non dedichi abbastanza tempo allo studio della materia, alla preparazione degli articoli stessi, allo stile, alla riflessione. Certo lui era Bocca e noi siamo poveri scemi che di articoli alla settimana ne scriviamo anche cinquanta, senza contare le idee che sprechiamo sui social network, ma il concetto è molto più valido nel 2021 che ai tempi di Bocca: se tutti copiano da tutti, che senso ha pubblicare 60 notizie per battere quello che ne pubblica 50 o 136 per battere quello da 135? Criceti dentro la ruota, senza nemmeno beneficiare della classe di Mariya Yaremchuk. Altro che riflessione.

In definitiva cercheremo di scrivere solo quando sentiremo l’urgenza di farlo, non quando ci saranno il tempo (quello si trova sempre) o l’utilità (quasi mai). Il less is more è già la linea anche di persone che non ringrazieremo mai abbastanza: Oscar Eleni, Paolo Morati, Simone Sacco, Glezos, Roberto Gotta, senza dimenticare chi scrive ancora più di rado ma sempre comunque con un’idea, un’urgenza, una competenza. Magari dopo due giorni ci stancheremo di mordere il freno e proporremo 200 notizie al giorno scritte da uno stagista con il titolo ‘Parla l’agente’, ma come abbiamo detto in questo schema non c’è né piacere né convenienza. Insomma, come ci disse una volta un famoso direttore: “Devi sorprendermi”. Proveremo a farlo con noi stessi, nel bene e nel male, scrivendo quasi soltanto di ciò che ci interessa: sport, economia, animali, cultura pop.  Tutto molto vago, mentre più precisi sono gli auguri di Buon Natale ed il ringraziamento per il vostro tempo, il bene più prezioso, dedicato a questo sito.

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