Thohir si è stancato dell’Inter

28 Ottobre 2014 di Dominique Antognoni

Da qualche mese abbiamo meno informazioni sul pianeta Thohir e dintorni. Ci dispiace: vorrà dire che sull’Inter torneremo a saperne come tanti giornalisti, con la differenza che noi facciamo tutt’altro mestiere. Fra gli altri motivi che hanno portato a questo inaridimento delle fonti possiamo elencare l’addio di uno degli uomini di fiducia del magnate (che ora lavora nella NBA) e l’allontanamento dal mondo della stampa di Entong Nursanto, grande interista, fondatore del quotidiano Topskor. Qui vale la pena di aprire una lunga parentesi per raccontare una storia pazzesca: l’uomo amava e ama l’Inter come pochi, ma è proprio la passione per i nerazzurri che lo ha rovinato.

Venne per la prima volta a Milano nel settembre del 1998, assistendo a Inter-Sturm Graz 1-0, gol di Djorkaeff al 90′ (se dai tempi del Triplete sembra passato un secolo, da quelli di Djorkaeff sembra un millennio). Fondò la rivista Liga Italia, poi il 6 gennaio del 2005 anche il quotidiano Topskor. Due successi, che fecero di lui uno dei giornalisti più conosciuti del suo paese. Tornò spesso a Milano con un grande sogno, quello di incontrare Massimo Moratti (ognuno ha i grandi sogni che si merita). Nel 2010 proprio Moratti gli regalò due biglietti per la finale di Madrid e lui, pazzo di gioia per la vittoria contro il Bayern, si mise in testa di ricambiare il favore: fu la sua fine. Invitò l’Inter a Jakarta per l’estate del 2012 (i preliminari furono lunghi, le trattative anche, per questo non fu possibile prima, per non dire che il prezzo di una campione di tutto era altissimo). Il costo? 2,5 milioni di euro per due amichevoli e varie partecipazioni ad azioni di co-marketing con il quotidiano. Finì con un buco di un milione di euro, per via dei biglietti falsi e mancate presenze alla prima partita, dove ci furono solo 40.000 spettatori invece degli 80.000 sperati (15 euro il biglietto, si fanno presto i conti): colpa anche dell’Inter stessa, che nel frattempo aveva preso una china discendente.

Come finisce la storia? Entong deve ancora mezzo milione all’Inter, il giornale fallisce, la moglie gli porta via tutto (accade anche in Indonesia) e al processo per il divorzio la signora pretende addirittura che dal logo del quotidiano venga cancellato il nome del fondatore, ovvero l’ex marito. Uno come noi a questo punto si sarebbe suicidato, ma Entong è fatto di un’altra pasta. Sparisce dalla circolazione per un po’, prima di farsi rivedere in pubblico e da noi. Si è risposato, ha avuto da poco una figlia. Abbiamo incontrato la sua nuova famiglia a Jakarta, anche se non abitano lì. Entong ci ha raccontato di non volerne più sapere di giornali e media, adesso fa l’agricoltore (davvero!): dalla carta stampata alla frutta, auguri. Anche se è chiaro che la frutta abbia più futuro della carta stampata. In tutto questo uno potrebbe pensare che abbia iniziato ad odiare l’Inter. Assolutamente no. È rimasto comunque presidente dell’Inter Club Moratti di Jakarta, che continua ad essere intitolato a Moratti. Ma soprattutto è ancora in rapporti con Thohir, suo conoscente di vecchissima data. Di più: altri giornalisti indonesiani riferiscono che il patron dell’Inter stia per acquistare Topskor, in modo da controllare sia la stampa scritta, sia la tv. Chissà che il nostro amico, buttato fuori in malo modo dalla finestra, non rientri dalla porta principale salutando i campi.

Entong ci ha nei giorni scorsi raccontato che Thohir è molto perplesso riguardo alla situazione nerazzurra: non si aspettava una fatica immane, burocratica e sportiva, come quella che ha dovuto affrontare. Sta per stancarsi: i risultati di Mazzarri e squadra non aiutano, le prospettive sono grigie. Qui viene il bello, secondo Entong: “A parte i soldi spesi per l’acquisto delle quote, Thohir non investirà mai nell’Inter. Nel senso che non toccherà mai il suo patrimonio personale. Lui fa affari, Inter oppure una catena di abbigliamento, alberghi oppure ristoranti, fa lo stesso. Lui guarda al sodo. Non ha alcuna passione particolare per l’Inter, anche se sui giornali italiani ho letto che ne sarebbe sempre stato tifoso. Chi lo conosce non se ne era mai accorto!”. Non che la mancanza di tifo sia un male, tutt’altro: a noi piace il capitalista che va per la sua strada, non l’avventuriero scemo che spende i soldi di famiglia. Da buon uomo d’affari Thohir si rende conto che, forse, il mondo del calcio, o per lo meno il mondo interista, non gli regalerà soldi e soddisfazioni. Sei mesi fa la pensava diversamente.

Ancora Entong: “A lui il calcio nemmeno piaceva, prima dell’operazione Inter. Pensate che nel 2012 nemmeno venne a vedere le due amichevoli qui in Indonesia. Ha iniziato ad appassionarsi per via dell’acquisizione, essendo un imprenditore vero anche se con molti interessi nello sport”. Tradotto, cosa significa? Che i 70 milioni freschi che aveva in mente (notizia da noi data mesi fa) per creare un’Inter da terzo posto non sono arrivati e non arriveranno. Soprattutto non intende mettere le mani al portafogli per sopperire alla mancanza di cash promessa in un primo momento dagli istituti creditizi. Mettiamo che si trovasse in difficoltà e che non avesse liquidità: a Jakarta, se solo volesse, in un batter d’occhio otterrebbe prestiti anche superiori ai 100 milioni (molti acquisti si fanno con soldi e accordi firmati proprio lì, l’Indonesia è la nuova patria dei soldi neri dalle vicine Singapore e Cina). Al sesto piano del Ritz bazzicano miliardari veri, che spesso si scambiano favori sulla fiducia: Thohir lì è una istituzione, tutti correrebbero ad aiutarlo. Ma lui non vuole: e pensare che l’albergo si trova a cento metri dalla sua Jak tv.

Ecco: qualcosa deve scattare, o se preferite riscattare nel suo cuore imprenditoriale. Probabilmente avrebbe bisogno di un presente più luminoso, di vedere un’Inter decente, un gioco e dei risultati che lo facessero pensare ad un prestito personale all’Inter, nemmeno un investimento ma un prestito a media scadenza come quello (modesto ed un tasso dell’8%) già in essere. Un ragionamento del tipo “Io ci metto 150 milioni, costruisco una squadra da battaglia e poi piano piano li recupero, fra tornei proprio in Indonesia e magari in Cina”. Deve scattare qualcosa. Altrimenti, al primo che gli offrirà una plusvalenza di 50 milioni, passerà la mano senza il minimo rammarico. Anzi, da buon uomo d’affari sarebbe finalmente felice. Non vogliamo essere semplicisti, ma fino a quando in panchina ci sarà Mazzarri l’entusiasmo e l’amore non hanno alcuna possibilità di scattare. Poi magari nemmeno Mourinho saprebbe riaccendere la fiamma, visto che fra Maicon e Mbaye continua ad esserci differenza. Altre fonti hanno riferito al direttore di Indiscreto che Thohir ha scadenza 2016, le nostre ci inducono a pensare che in presenza di una buona offerta potrebbe andarsene anche prima. Tutta musica per i fan di Moratti, letteralmente scatenati nel disegnare scenari. Noi invece continuiamo a pensare che all’Inter mancasse proprio uno come Thohir: il miglior augurio da fare al club è che l’indonesiano tenga duro e risani tutto, per vendere (bene) fra qualche anno ad uno disposto toccare il patrimonio. Nel frattempo basta cambiare canale quando c’è una partita dei nerazzurri.

Dominique Antognoni, in esclusiva per Indiscreto

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