The Americans e la generazione di The Day After

2 Febbraio 2017 di Indiscreto

La quarta stagione di The Americans, da noi in onda su Foxsta volgendo al termine un po’ stancamente, nonostante gli ingredienti per piacerci siano ancora tutti lì: anni Ottanta, USA-URSS, cattivi e buoni che si confondono, scopicchiamenti assortiti, tensione. Va detto che è sempre più difficile per la famiglia Jennings non farsi scoprire dall’FBI, soprattutto adesso che la figlia Paige ha avuto la bella idea di confidare al pastore Tim, a metà fra il missionario da ammirare e il predicatore cialtrone, che i suoi genitori sono spie sovietiche e non agenti di viaggio. Ma non spoileriamo, al di là delle assurdità riguardanti la storia di Martha e i riferimenti a guerre batteriologiche (con guarigione quasi immediata…).

Piuttosto abbiamo trovato molto interessante e coerente con lo spirito del tempo le reazioni al film The Day After, che all’epoca generò un grandissimo dibattito in tutto il mondo nonostante, visto con gli occhi di oggi, fosse poco più di un B-movie del genere catastrofico. La prima televisiva del film diretto da Nicholas Meyer, il 20 novembre del 1983 sulla ABC, fu un vero evento, con l’America sintonizzata tipo Super Bowl, e nella serie anche i Jennings, che di solito non fanno una grande vita di famiglia (anche perché di sera sono sempre in giro a circuire o ad ammazzare qualcuno), si riuniscono davanti al televisore, addirittura rimanendo turbati.

Il film è incentrato proprio su una guerra nucleare USA-URSS, partita da una serie di movimenti di truppe in Germania con le conseguenze immaginabili (nel film si vedono soltanto quelle sul territorio americano, in particolare a Kansas City, ma anche gli americani colpiscono in Unione Sovietica) e alla fine un ‘cessate il fuoco’ che salva quel che rimane del mondo. Va detto che tutto è molto edulcorato e proprio per questo il film fu duramente criticato in Giappone. In Italia uscì al cinema e fu un grande successo, in quella stagione dietro soltanto a Flashdance e a La Chiave. È curioso che oggi il tema della guerra nucleare sia quasi rimosso dai media e dal sentire popolare, nonostante oggi testate nucleari siano gestite da cani e porci, non da due superpotenze che si facevano paura a vicenda.

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