Svegliarino
Testa da oro
Stefano Olivari 10/08/2008
Perché abbiamo puntato mille euro sugli Usa vincenti l’oro del basket a 1,35? Perché abbiamo una vita triste, prima di tutto, ma anche perché mai come in questa Olimpiade la squadra americana è stata strutturata per giocare sui limiti delle squadre FIBA (si fa per dire, pensando a Nowitzki, Kaman, Pau Gasol, Ginobili, Nocioni, eccetera) più che per esaltare la superiorità dei propri campioni. Non è solo una questione di nomi, perchè rispetto ai Mondiali 2006 la filosofia delle convocazioni (basta con i bad boy, squadra leggera, responsabilità distribuite) è cambiata di pochissimo, e nemmeno del piccolo particolare di un Kobe Bryant all’esordio da trentenne in una grande manifestazione per nazionali, ma di atteggiamento. Perlomeno questo abbiamo voluto vedere, pensando al nostro investimento, durante la partita con la Cina. Zonetta? Con calma vi colpiamo da fuori (anche se Kobe, uno su sette da tre, e soci hanno tirato male il principio è quello), visto che abbiamo il play (Kidd) che non fa morire la palla nelle sue mani. Zona più aggressiva che vuole chiudere le direttrici di passaggio? Chiunque è in grado di penetrare, tanto, e scaricare, bene, per un tiro facile o un appoggio. Transizione, schemi saltati, addirittura difesa a uomo? Ovviamente vi massacriamo nell’uno contro uno, neutralizzando la vera grande differenza tecnica fra NBA e FIBA, cioé i tre secondi difensivi: il sette su sette di Wade (a memoria quasi tutte schiacciate), il sette su nove di LeBron ed il cinque su sette di Bryant da due possono spiegare il concetto. Ovviamente bisogna fare la tara all’avversario, pensando ad una Cina buona nel tiro da fuori per metà partita ma incapace di costruire un basket diverso dalla mezza ruota o dal tiro su cambi difensivi sbagliati, quindi la difesa statunitense al di là dell’impegno sui palleggiatori cinesi è ingiudicabile, ma ci sembra che questa volta la testa sia quella da oro. Il resto lo è sempre stato.
Stefano Olivari