Tarantino non ci lasciare

20 Novembre 2012 di Fabrizio Provera

La notizia dell’addio alla macchina da presa di Quentin Tarantino, che ha appena annunciato di voler interrompere la sua carriera al raggiungimento del decimo film (l’ultimo girato è il nono…), ci ha letteralmente gettati in preda allo sconforto. Il genio nato nel 1963 a Knoxville, Tennessee – consegnato all’eterna fama da Pulp Fiction, Palma d’Oro a Cannes nel 1994 – è infatti il regista che alimenta il cazzeggio colto o sedicente tale di moltissimi. E’ nelle corde del personaggio, senza dubbio alcuno, l’aver scelto come strumento per la diffusione di questa terribile notizia non il Post, il Times, l’LA Chonicle o qualche compassata e seriosa rivista di cinema, bensì Playboy. Noi avremmo fatto carte false per un’intervista esclusiva su Nocturno, che è la migliore rivista cartacea italiana, dove ci siamo fatti una cultura su Stelvo Massi, Tomas Milian, Maurizio Merli, Franco Gasparri ed Enzo G. Castellari; sostanzialmente, il Gotha del cinema, cui manca soltanto l’italianissimo E.B. Clucher, regista di una pellicola d’autentico culto, Continuavano a chiamarlo Trinità (la scena del ristorante, indiscretismo nella sua essenza..). Non possiamo immaginare un mondo del cinema senza Tarantino e il suo folle genio, senza che il regista delle Iene ci dispensi ancora la sua arte, incostante ma pur sempre arte. Il Tarantino che nelle Iene infila come attore Edward Bunker, che tra la galera e l’apparizione nel film passa alla leggenda andando a trovare Chris Penn per una grigliata a Los Angeles, e che dopo 5 ore di viaggio in pullman si piazza nella casa dello sfortunato fratello di Sean (morto tempo fa), mangiando e dormendo beato per una settimana di intera. Salvo poi scomparire, improvvisamente. Il Tarantino che riesce a stupire sempre, ad ogni (ri)visione di Pulp Fiction, foss’anche l’ottantesima, per un particolare o una battuta. Il Tarantino che omaggia i B Movies con Jackie Brown, film forse non irresistibile ma con una bravissima Pam Grier, oltre a una colonna sonora di culto vero e vissuto, con i Delftonics di Didn’t I blow your mind This Time. Il Tarantino del duplice Kill Bill, giunto secondo noi all’apice creativo e qualitativo, col sublime duello tra Uma Thurman e Lucy Liu sulla soffice coltre di neve, chiazzata dal sangue della rivale. Il Tarantino di Django Unchained, nel quale rivedremo Don Johnson ma soprattutto Franco Nero: non stiamo nella pelle, vorremmo fosse già il 16 gennaio. Per queste e molte altre ragioni, un grido soffocato ci viene dalla gola: provaci ancora, Quentin. Non ci abbandonare.

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