Attualità
Tampone a Milano: tre settimane da raccontare
Indiscreto 05/06/2020
Tampone a Milano: quanto occorre per avere l’esito? A volte un giorno, a volte non bastano tre settimane. Stiamo ovviamente parlando del test per verificare il contagio da Covid-19, la cui organizzazione, almeno in Lombardia, è tuttora abbastanza vaga. Circa i tempi per l’esito qualunque conoscente che ci sia passato, e ormai abbiamo un campione significativo, ci ha infatti fornito una risposta diversa.
L’ultimo caso, in ordine cronologico, l’esito nemmeno l’ha avuto, a 24 giorni dal tampone eseguito al Fatebenefratelli su indicazione del medico di famiglia a causa di un giorno di febbre alta e poco altro. E così dopo 24 giorni in casa, quasi un mese di lavoro perso perché il suo lavoro non può essere fatto in modalità smart, il medico di famiglia lo ha per così dire ‘liberato’ dichiarando finita la quarantena e comunicandolo alla ASL. Insomma, viene quasi voglia di fare Gasperini.
Come mai un test che dopo mesi che se ne parla dovrebbe essere ormai routine è ancora a Milano gestito alla cazzo di cane? Alcuni medici ci hanno spiegato che il tampone può essere eseguito in molti posti diversi, ma i centri preposti alla sua analisi sono tre: Niguarda, Policlinico e Sacco. Il sospetto è che questi tre ospedali, oberati di richieste, smistino molte analisi a laboratori esterni, fuori dal loro controllo, e che così i tempi si possano dilatare senza che esista una gerarchia in grado di intervenire.
Per chi proprio non potesse farne a meno, la strada più veloce è quella dei test sierologici a pagamento (sui 35-40 euro), che in caso di positività portano al tampone fatto presso la stessa struttura e quindi almeno con un numero di telefono da chiamare. Di certo la linea politica della Lombardia, medici di famiglia lasciati a se stessi (uno dei nostri non è nemmeno riuscito a farlo il tampone, nonostante si fosse autodiagnosticato il Covid-19) e ospedali o centri convenzionati dove far confluire anche l’unghia incarnita calabrese o la gotta pugliese, ha fallito proprio a livello organizzativo. E lo si nota di più in questi tempi di relativa tranquillità che nell’emergenza di due mesi fa. Poi, schiacciando il tasto demagogia, è chiaro che Lukaku e Ibra gli esiti li hanno avuti in maniera più veloce.