Ta Hua, il nostro angolo di Hong Kong

18 Maggio 2018 di Stefano Olivari

Non siamo ultras della cucina orientale ma uno dei posti da noi frequentati più spesso è un ristorante basato sulla cucina di Hong Kong, il Ta Hua. Non lontano da una delle zone più di tendenza di Milano (Porta Nuova) e in fondo nemmeno da quella più per tamarri (Corso Como), si trova però in un posto tranquillo e che per noi significa molto: punto di riferimento per anziani baskettari che lì in via Fara, da Mico, ricordano tavolate della Pallacanestro Milano anni Settanta e di Aldo Giordani dopo la fine della Domenica Sportiva, con discepoli e curiosi.

Di solito al Ta Hua (traduzione: ‘Grande Cina’) parliamo invece di calcio e musica, ma al di là di cucina e compagnia dobbiamo avere l’onestà intellettuale di ammettere che la prima volta, tanti anni fa, ci abbiano attirato lì raccontandoci che Melissa Satta ne era una cliente praticamente fissa. Sarà, ma non l’abbiamo mai vista. Nessun problema, comunque, perché lì più volte abbiamo incrociato la sempre splendida Ellen Hidding. Il locale è molto animato alla sera, ma noi lo frequentiamo soprattutto a pranzo: quasi sempre tutto esaurito fra bancari, managerini, startupper, amiche stile Sex & the City e tutto ciò che di solito si può trovare in una zona di Milano difficile da definire, ma comunque ricca di stimoli. A chi si trovasse in via Fara consigliamo una visita al Massive Music Store, piccolo ed eccellente negozio per appassionati di musica e soprattutto di vinile di seconda mano.

La cucina del Ta Hua è cinese del genere cinese sano, con piatti e preparazione caratteristici di Hong Kong, terra di origine dei fondatori Shuo e Sucin (ora ci sono i figli). Ambiente elegante ma non da architettino frustrato, diciamo un onesto Feng Shui, cucina curata sia nelle singole portate sia nei numerosi menu e nelle loro varianti. Proprio le varianti sono a volte un problema, perché a pranzo raramente riusciamo a ordinare in maniera decisa e virile ciò che desideriamo, fra fagottini, involtini, vari tipi di riso, spaghetti di soia, zuppe, eccetera. Il vero problema sono però i panini, volutamente poco cotti e adattassimi ad essere intrisi di salse, panini che con quasi ogni combinazione vengono portati in numero diverso ma non multiplo esatto rispetto a chi è seduto al tavolo. 4 per 3 persone (solo l’ultima volta ne sono arrivati 6, forse per pietà), il grande classico che dà la stura a litigi e furbizie tristissime. Sono questi i nostri veri problemi, ma a richiesta possiamo anche indossare la maschera degli intellettuali tormentati. Davvero di grandissimo livello gli gnocchi di riso con verdure, inseriti all’interno del cosiddetto menu tradizionale (con molta fame consigliamo il menu tradizionale deluxe, a 13 euro totali), eccellenti il pollo con le verdure e il maiale in agrodolce. Specialità della casa sono soprattutto i dim sum, in pratica ravioloni con diversi tipi di ripieno (verdure, pesce, carne, gamberi): nella Hong Kong di una volta erano un piatto domenicale, ma nemmeno a Hong Kong vivono ormai nella Hong Kong di una volta e quindi se li prendiamo il martedì nessuno ce lo impedisce.

Servizio veloce ma non impersonale, cinque stelle al sistema di aerazione o a quello di cottura perché il Ta-Hua è l’unico posto orientale del mondo da cui non si esce puzzando di cucina. Notata l’attenzione del personale, italiano e cinese, anche ad eventuali intolleranze dei clienti (c’è anche un menu senza glutine). L’ideale per un pranzo tranquillo, senza svenarsi o finire nel tunnel dei piatti al microonde, ma anche per una cena che non rimanga sullo stomaco. Consigliabile, per non dire obbligatoria, la prenotazione (noi spesso a nome Budrieri, diciamo sul serio). Si pranza, caffè compreso, con 13-15 euro a testa e si cena, senza fare economie, con 25. Un posto dove nessuno si sente fuori posto.

Ta Hua – via Fara 15 – 20124 Milano – Genere: cinese tendenza Hong Kong – MM2 Gioia o Centrale, MM3 Centrale – Telefono: 02.66987042 – Orari: dalle 12 alle 14 e 30, dalle 19 alle 23, sempre aperto – Sito web: tahua.it – Presenza più recente di Indiscreto: maggio 2018.

LE RECENSIONI DELLA NUOVA EDIZIONE DI ‘PAGANDO IL CONTO’

  1. Ta Hua, il nostro angolo di Hong Kong
  2. Osteria dei mosaici, la Puglia di casa nostra
  3. Cacio e pepe, le strade che portano a Roma
  4. Dawat, l’indiano che piace alle donne
  5. Bottega sicula, l’equilibrio giusto
  6. Lievito Madre al Duomo, la mano leggera di Sorbillo
  7. Vanilla Bakery, c’è vita oltre il brunch
  8. L’Altro Eden, un besugo sul porto
  9. Rigolo, fedele nei decenni
  10. Ba’Ghetto, fra carciofi e carbonara kosher
  11. Temakinho, uramaki con Jobim
  12. Ten Grams, tartufi senza fregatura
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