Svegliarino
Supercoppa italianissima
Stefano Olivari 27/07/2008
Qualche mese fa abbiamo tutti ascoltato la Lega, Inter e Roma esaltare l’utilità di esportare la Supercoppa per motivi di immagine, soldi, pubblicità generale al prodotto calcio italiano e via dicendo. Strada fra l’altro già percorsa in passato, fra Washington (Milan-Torino 1993), New York (Juve-Milan 2003) e Tripoli (Juve-Parma 2002), senza che la serie A avesse avuto un ritorno di immagine esaltante e le due società coinvolte avessero incassato molto di più che in certi triangolari estivi. Adesso in teoria dovremmo leggere del fatto che la nostra Supercoppa non la vuole nessuno: non l’immancabile cordata americana, non il Dubai che oltretutto pretendeva fosse giocata a gennaio, non il solito ipermiliardario asiatico che peraltro come il collega russo ha in testa solo la Premier League. Insomma, appuntamento a San Siro il 24 agosto, come a dire ‘finiscono i Giochi ed iniziamo noi’, e meno male che l’Inter non ha ancora iniziato la costruzione del nuovo stadio a Pero. Il conto sarà ovviamente pagato dalla Sky della situazione, anche se non sarebbe male attuare un discorso di pay-per-view come è stato ad esempio per Napoli-Panionios di Intertoto: ma contarsi è una cosa che fa sempre paura, meglio sempre sottrarsi al giudizio dei numeri. La NBA del calcio è in Inghilterra, la forza dell’Italia è avere tifosi trattati come sfigati ma che alla fine rispondono sempre presente. Chi mai avrebbe così poco orgoglio da andare a vedere un concerto di un cantante in una città dopo che questo cantante fino a venti giorni prima ha fatto di tutto per esibirsi altrove? Solo i tifosi italiani, forse.
Stefano Olivari
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