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Striscia la notizia
Stefano Olivari 13/12/2024
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Striscia la notizia sta per chiudere, o comunque per essere ridimensionata, dopo 37 anni in cui quasi sempre ha portato ottimi ascolti a Canale 5, quasi dimenticati gli inizi su Italia 1. Le parole in aziendalese (“Il programma sta vivendo un momento faticoso“) di Pier Silvio Berlusconi significano questo e la risposta piccata di Antonio Ricci, che ha dato la colpa agli altri programmi in prima serata di Canale 5, lo conferma. La realtà è che una trasmissione che nei suoi anni migliori, cioè i primi anni Zero, era costantemente sopra il 30% di share adesso è sotto il 15: sempre tanto, se si pensa al modo di guardare la televisione nel 2024, ma poco in relazione al Tg5 che lo precede (in zona 20%). Per quanto riguarda i programmi che seguono il discorso cambia a seconda della serata: ad esempio il Grande Fratello fa più di Striscia mentre una porcata turca, di quelle dominanti nella tremenda Mediaset di Pier Silvio, spesso fa di meno.
Il successo di Striscia la notizia ci è sempre stato incomprensibile, anche negli anni d’oro. Una comicità che non fa ridere, questo il vero peccato mortale, resa sopportabile da qualche servizio da difensore civico del genere anti-Wanna Marchi, da qualche tormentone alla Drive In e dalle Veline, spesso più importanti di conduttori del tutto intercambiabili. Non è un caso che anche chi non guarda Striscia si ricordi di Ana Laura Ribas, della Canalis, della Corvaglia, di Alessia Merz di Miriana Trevisan, eccetera, ma non abbia la minima idea di chi siano le Veline di oggi. L’ultima coppia con una certa fama risale a più di 10 anni fa, Costanza Caracciolo (in seguito moglie di Vieri) e Federica Nargi (in seguito signora Matri), poi il nulla se non l’utilizzo del corpo femminile (che noi approviamo, se tutti scelgono liberamente) con l’autogiustificazione, che si consente agli Arbore e alla Gialappa’s ma non, per dire, al Bagaglino, dell’ironia e della denuncia della mercificazione.
Non frequentiamo intellettuali ma non conosciamo nessuno che segua Striscia se non come sottofondo alla cena, considerazione che del resto vale anche per i telegiornali e per un po’ tutta la televisione generalista. In ogni caso su Canale 5 e su Rai 1 ci sono programmi che il 15% di share lo vedono soltanto nei sogni, quindi da un punto di vista strettamente pubblicitario Striscia sarebbe da riformare e non da buttare. Pensiamo che nell’essere messa nel mirino dal capo di Mediaset ci sia anche qualcosa di psicanalitico, essendo uno dei pochi programmi della Mediaset di oggi iniziati negli anni Ottanta (un altro è Forum, ancora più vecchio) e quindi con il padre impegnato a tempo pieno sul fronte televisivo, a creare qualcosa che per l’Italia era nuovo. Certo non è cambiato soltanto il manico, ma anche il target: dai Cinque del quinto piano al corteggiatore palestrato con l’eyeliner.
stefano@indiscreto.net