Steph Curry, una religione

11 Maggio 2016 di Indiscreto

L’ufficializzazione della scelta di Steph Curry come miglior giocatore della NBA e quindi del pianeta, per la seconda stagione consecutiva, è arrivata proprio in coincidenza del ritorno agonistico dell’MVP in una drammatica e stupenda garaquattro delle semifinali di conference, con i Portland Trail Blazers che hanno trascinato al supplementare gli Warriors e Curry che dopo un inizio impreciso al tiro, ma non certo timido come atteggiamento, dopo l’espulsione di Livingston ha preso in mano la situazione e nel supplementare con 17 punti (in 5 minuti, ribadiamo) sui 40 suoi totali ha portato la serie sul 3 a 1 per i campioni in carica. Serie non ancora chiusa, in playoff iniziati in maniera scontata ma proseguiti con relative sorprese (su tutte i Thunder in vantaggio 3-2 contro gli Spurs). Più che spiegare per la millesima volta l’unicità di Curry, di cui ogni appassionato di pallacanestro si rende conto, sottolineiamo che per la prima volta il titolo di Most Valuable Player della NBA è stato assegnato all’unanimità. Continua sul Guerin Sportivo.

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