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Squid Game 2

Indiscreto 05/01/2025

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Squid Game 2 nei primi episodi ci ha un po’ deluso, poi è cresciuto alla distanza e ha chiuso in maniera fortissima e aperta, non è uno spoiler visto che l’uscita della terza e ultima stagione dovrebbe essere a giugno. È comunque oggettivo che anche la seconda stagione della creazione di Hwang Dong-hyuk sia un successo clamoroso: record Netflix di visualizzazioni nella prima settimana di uscita (è online da Santo Stefano), prima serie vista nella settimana in questione in 92 dei 93 mercati di Netflix, eccetera. Merito anche della prima stagione, per l’attesa che ha creato e che ha indotto tutti noi a seguire religiosamente il ritorno in campo di Gi-hun, il vincitore dell’edizione più recente di un gioco per quasi tutti mortale e del relativo premio, 45,6 miliardi di won, al cambio attuale circa 30,1 milioni di euro.

Soldi che lui decide di utilizzare per scoprire l’identità dei veri organizzatori dell’operazione e dei suoi spettatori VIP assetati di sangue, e in senso lato per smontare un sistema che manda al massacro la classe media, indebitata e anche idologicamente cloroformizzata, vittima che interiorizza i valori del carnefice. A nessuno in Squid Game viene nemmeno in mente di non pagare i debiti, o di scappare. Nemmeno al protagonista. Il debito, con corollario di sensi di colpa, è del resto la chiave della partecipazione allo Squid Game. A questo giro dominano le persone rovinate dagli investimenti in criptovalute, ma non mancano quelle spinte a rischiare la vita (eufemismo, perché lì la morte è quasi una certezza) da malattie dei figli, ex militari (fra cui una trans), scommettitori, imprenditori sfortunati, ragazze madri.

Se al di là dell’ideologia vogliamo andare sul concreto bisogna però dire che in Squid Game 2 la scena è dominata dal Front Man che decide di infiltrarsi fra i concorrenti, diventando il concorrente numero 1 (Gi-hun è il 456). Hwanhg In-ho è un personaggio fortissimo, ex vincitore del gioco diventato organizzatore del gioco stesso, fratello maggiore del poliziotto che dall’esterno cerca di aiutare Gi-hun nel suo progetto con grande probabilità di fallimento. Perché il Front Man decide di rischiare la vita senza motivo, visto che può rimanere ucciso anche in giochi di cui conosce perfettamente il meccanismo? Il grande mistero di Squid Game 2 è questo. Forse in un mondo falso il Front Man è un uomo vero, forse gli ex vincitori sentono la mancanza dell’adrenalina della competizione, forse ha un piano segreto.

I momenti più forti, oltre a quelli dei giochi propriamente detti, sono le votazioni che avvengono dopo, con i concorrenti rimasti in gara che decidono se accontentarsi di dividere con gli altri sopravvissuti i 45,6 miliardi, facendo finire quindi il gioco e facendo tornare tutti a casa, o se andare avanti, costringendo anche i contrari a rimanere, dividendo quindi il montepremi fra meno persone o al limite con nessuno, come è stato per Gi-Hun. Proprio qui c’è un vuoto di sceneggiatura: è vero che Gi-hun già speso tanti soldi nella ricerca di un nuovo contatto con gli organizzatori del gioco, assoldando malviventi per trovare il reclutatore di concorrenti nella metropolitana di Seul e altrove, ma il grosso del premio ce l’ha ancora:non poteva usarlo per convincere i dubbiosi a votare per la fine del gioco? Poco credibile anche la roulette russa con il reclutatore: se davvero aveva tutta questa voglia di trovare i cattivi perché rischiare di morire prima ancora di trovarli?

Non particolarmente intelligente né etico (qui non spoileriamo) il piano per arrivare ai gestori del gioco, ma comunque una volta che si è dentro la storia è difficile uscirne. Rimandato alla terza stagione il discorso politico esplicito, Squid Game 2 può tranquillamente essere visto al primo livello di lettura, quello della violenza e della miseria umana che viene fuori dai giochi: succede anche per la tombola natalizia, quando si litiga per una cinquina sulla riga dove già è uscita una quaterna, figuriamoci quando sono in palio soldi veri o addirittura la vita. Certo, tolti quelli principali, si fa fatica a stare dietro a tutti i personaggi, soprattutto a quelli femminili per i quali sono state scelte attrici  fisicamente abbastanza simili. In definitiva al di  là di qualche difetto Squid Game 2 ci parla e anche tanto.

stefano@indiscreto.net

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