Sono morto

4 Settembre 2021 di Biro

Sono morto giovedì 26 agosto 2021, alla una del pomeriggio, all’età di 19 anni e 3 mesi. Sono morto bene, per quanto si possa morire bene, sonnecchiando allungato, all’ombra, in giardino, con un debole vento che mi accarezzava. Mangiavo poco da tre giorni e mi alimentavano con una siringa, ma non avevo alcuna malattia particolare a parte le mie solite, dall’insufficienza renale a tutto il resto. Ero soltanto vecchio ed era arrivata la mia ora: bisogna che il mio badante-manager e la sua famiglia, di cui peraltro facevo parte anche io da dieci anni, se ne facciano una ragione e smettano di piangere disperati e di tenere in ordine le mie ciotole. La Stanza del figlio l’hanno già girato, sul dolore tutto è già stato detto e scritto.

Come tutti gli animali e tutti gli esseri umani non ho capito a cosa esattamente sia servita la mia vita terrena. Non lascerò alcuna traccia del mio passaggio, se non nel cuore di chi mi ha amato. Quando saranno morti anche loro allora sarà davvero finita, ma sono cose che tutti sappiamo e che dobbiamo accettare. Conta il presente, contano i tanti momenti magici che ho vissuto e soprattutto fatto vivere a chi ha compreso il mio linguaggio. Negli ultimi mesi non saltavo neanche mezzo centimetro, quando fino a poco prima valevo due Tamberi, non avevo più il controllo della mia urina e ci vedevo quasi zero, ma penso di avere sempre dato qualcosa. Così mi hanno detto, così rispondevano a quelli che dicevano “In fondo è solo un gatto”.

Il badante-manager si è rifiutato di scrivere il mio coccodrillo, dice che è troppo facile far scattare l’immedesimazione nei milioni di italiani che amano gli animali, meccanismo che genera uno strano fenomeno: ogni animale è come se fosse il tuo e sei sinceramente interessato ai suoi problemi, cosa che assolutamente non accade con tutte le persone ma solo con qualcuna. Allora come facevo prima del declino sono saltato sulla scrivania e ho digitato queste poche righe, soprattutto per salutare chi mi ha accompagnato in questo lungo percorso, che mi ha portato fino ad un’età che in termini umani sarebbe intorno ai 93 anni.

Maria che con il suo amore per l’universo non solo felino mi ha salvato dall’ennesimo abbandono, Sergio che con le sue cure e la sua sensibilità mi ha dato molto più di sette vite, tutti gli amici che sono intervenuti nella quotidianità o nell’emergenza: Valentina, Angela, Olga, Franco, Norma, Anna, Massimo, Lorena, Francesca, Stefano. Ma adesso basta con questi sentimentalismi, ci sono altri gatti da salvare e altri esseri umani che stanno male, molti in Afghanistan ma qualcuno anche vicinissimo a voi: in certi casi possono bastare un sorriso, una telefonata, un po’ di considerazione, una carezza. Tornerò comunque ogni tanto, tipo Ghost, per intervenire su temi divisivi. Arrivederci, per gran parte del tempo è stato bello.

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