Solitudine di Fognini

5 Settembre 2017 di Indiscreto

Abbiamo maledetto Fabio Fognini per la cifra inimmaginabile persa scommettendo su di lui contro Travaglia agli U.S. Open in una partita più brutta di certi vecchi Bottazzi-Cancellotti, abbiamo trovato giuste multa, squalifica, espulsione dal torneo e probabile futura punizione (forse la partecipazione a uno Slam), ma dopo averlo visto su Sky Sport non riusciamo a volergli davvero male. Intervistato da Lia Capizzi, il numero uno del tennis italiano ha chiesto scusa a tutti, ha accettato ogni critica, si è autoflagellato. Giusto e ben consigliato così, al di là della sincerità del pentimento e della evidente scarsezza della giudice Engzell, che su un campo senza ‘falco’ come quello in cui si è giocato Fognini-Travaglia è stata amplificata. La vera sfortuna di Fognini non è stata quella di insultare nel 2017, perché tutti i suoi colleghi sanno che oggi qualsiasi sospiro viene registrato e non può esistere l’impunità alla McEnroe-Nastase (per loro ‘bocchinara’ era l’entry level, si fa per dire visto che i loro arbitri erano di sesso maschile), ma che la sua vittima fosse una giudice donna e quindi con lui automaticamente nei panni del mostro. Ma cosa volevamo dire? Ah sì, che mai si è visto un calciatore trattato come Fognini, per cose anche peggiori riuscite dalla bocca o per gesti quasi criminali, né tanto meno un calciatore chiedere pubblicamente scusa come ha fatto lui, accettando un’intervista vera, con domande dirette, e non il solito microfono compiacente del genere ‘Grande giocatore ma soprattutto grande uomo’. Chi non ha una squadra e quindi dei tifosi a prescindere è sempre più indifeso, su di lui è sempre più facile fare un esercizio moralistico. Speriamo solo che non si scambi la volgarità, anche quella recidiva, con il sessismo o peggio. Ma non sarà ovviamente così.

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