Soldi sul Nasdaq e sei nel burro

16 Dicembre 2021 di Stefano Olivari

Qual è il miglior investimento finanziario nel lungo periodo? La risposta del bar della finanza è per una volta uguale a quella delle statistiche: azioni del Nasdaq, che hanno infatti in 35 anni avuto un rendimento medio annuo dell’11,34%. Qualche giorno fa, leggendo il numero dei 35 anni di Milano Finanza, fra le mille comparazioni 1986-2021 ci ha colpito in particolare proprio quella sugli investimenti di lungo periodo, prospettiva che ci è aliena (non abbiamo davanti un lungo periodo ed in ogni caso preferiamo sbagliare con la nostra testa) ma che va tenuta presente da chi per forma mentale pensa che ci sia sempre un futuro o comunque vuole essere il più ricco del cimitero.

Senza calcolare i dividendi, e quindi è un calcolo clamorosamente per difetto, dal novembre 1986 ad oggi le azioni del Nasdaq si sono rivalutate dell’11,34% annuo, mentre il più tradizionale Dow Jones ha viaggiato alla media dell’8,78% annuo. Chi avesse puntato sulle azioni della Borsa di Francoforte, per non dire direttamente sul DAX, avrebbe avuto un più 7,09% all’anno, contro un comunque superlativo 6,98% dei BTP italiani (figlio anche di stagioni con differenziali reali assurdi), il 4,55 della Borsa di Parigi e lo striminzito più 2,03 della Borsa di Milano: il dito medio di Cattelan in piazza Affari ha il suo perché. Da ricordare che in questi 35 anni l’inflazione italiana è stata del 2,55%.

Banale dire che i singoli titoli hanno storie diverse, in Italia cavalcando quelli giusti avremmo potuto diventare milionari investendo bene la misera eredità del nonno. In 35 anni la Recordati si è rivalutata dell’8.345%, e tenendo presenti i valori delle aziende prima delle varie fusioni ed incorporazioni Stellantis vale più 8.345 % rispetto alle sue componenti originarie del 1986, Intesa San Paolo più 802%. Come per tutto, basta sapere le cose in anticipo ed il gioco è fatto: l’almanacco con mezzo secolo di risultati usato da Biff per far diventare ricco il Biff del passato è il sogno di tutti noi.

Tornando al Nasdaq, il discorso sul lungo periodo è quantomai appropriato, perché se a febbraio del 2000, quando tutti eravamo impazziti e facevamo corsi di analisi tecnica, valeva 7688, a luglio 2002 era caduto a quota 2022. Quante persone sono disposte ad ascoltare i bei discorsi sulla pazienza quando hanno perso il 74% dell’investimento? Poi, con il senno di Biff, i livelli del febbraio 2000 sono stati dal Nasdaq toccati a fine 2017: in altre parole, i nostri soldi sono diventati quasi maggiorenni.

Adesso siamo a 15.237, ma qualche piazzista dell’ottimismo può ricordare che nel 1974 valeva soltanto 305. Biff, sempre Biff: chi se ne frega del 1974? Avevamo il televisore in bianco e nero. Al di là delle statistiche, siamo convinti che l’orizzonte temporale degli investimenti non debba essere troppo lungo. È insomma più onesto il ‘consulente’ che ti dice che ha sbagliato di quello che ti stordisce di supercazzole su storia e megatrend. Ci interessa il Nasdaq fra un anno, non quello del 2050 e meno che mai quello del 1980. Soldi sul Nasdaq e sei nel burro, come quando si dà la mancia all’arrivo in albergo? Forse vale per tuo figlio.

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