Sochi e froci
5 Febbraio 2014
di Stefano Olivari
In occasione degli imminenti Giochi Olimpici invernali molti leader politici si sono improvvisati attivisti a tutela degli omosessuali, che secondo i giornalisti democratici in Russia sarebbero perseguitati. Dal cattivo Putin, si suggerisce non tanto fra le righe degli inviati tuttologi: del resto cosa puoi aspettarti da uno che non firma appelli ma accarezza ghepardi e va a cena con Van Damme e Berlusconi? In realtà la legge locale impedisce soltanto di propagandare presso minori orientamenti sessuali (che poi un singolo cambi orientamento sessuale in base alla propaganda, pro o contro, è già di suo discutibile) diversi dal tradizionale uomo-donna. Nessuna legge né tantomeno persecuzione nei confronti dei gay, come invece avviene in tre quarti dell’Africa e in tutti i paesi a maggioranza islamica (parentesi: i gay di sinistra ci pensino due volte, prima di esultare per l’immigrazione da certe zone), ma solo una visione del mondo iper-tradizionalista. Non diversa da quella di tanti cristiani nostrani e non lontana da quella dello stesso Papa Francesco, che affrontando l’argomento si è detto impossibilitato a giudicare i singoli ma non ha certo invitato la gente a diventare omosessuale. Insomma, alla fine solo Letta con il consueto cappello in mano alla ricerca di investitori e pochi altri potranno avere la foto ricordo con Putin. Una chiara assurdità, visto che Obama non ha interrotto i rapporti diplomatici e commerciali con la Russia, così come Hollande o Cameron. Bene ha fatto Thomas Bach, il presidente del CIO, a ricordare che il dissenso politico va manifestato facendo politica e non propaganda sulla pelle degli atleti, quelle due settimane ogni quattro anni. Però è vero che a Mosca gli omosessuali hanno avuto spesso problemi. In quell’Unione Sovietica amata soprattutto dalle nostre parti (meno dagli ex sovietici) l’omosessualità, anche in privato, era illegale e punita con ‘rieducazione’ a vari livelli (l’ultimo era la Siberia). Certo l’applicazione della legge era variata di intensità, fra i tempi di Stalin e quelli di Gorbaciov. Solo con la fine del comunismo e con Eltsin le cose sono davvero mutate. Però è vero che in generale in Russia l’omosessualità è mal vista dalla popolazione media, chi governa con i sondaggi sulla scrivania non può non tenerne conto. E’ diventato possibile anche cambiare sesso, con relativa modifica del nome sui documenti, ma non sposarsi fra persone dello stesso sesso: esattamente come a Foggia e a Cremona. Va be’, Zoeggeler e Razzoli non potranno regalare filmini porno a dodicenni di Sochi, è un vero scandalo: dove si firma?
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