Snoopy & Friends, perdenti ma non troppo

30 Novembre 2015 di Paolo Morati

Snoopy and Friends

Non era facile ‘ridurre’ in film l’universo intricato dei Peanuts. Eppure quelli dei Blue Sky Studios ci sono riusciti con gli inevitabili aggiustamenti, anche grazie all’apporto degli eredi di Charles Schulz e alla scelta (non semplice) di non lasciarsi trascinare dalla voglia di spettacolarizzazione che da qualche tempo invade i cartoni animati e l’animazione nel suo complesso. Diretto da Steve Martino, Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts, mette al centro la vita da perdente del bambino Charlie Brown, pasticcione e innamorato, che si svolge in parallelo a quella fantasiosa del bracchetto (un beagle in realtà) Snoopy, e la sua sfida con il Barone Rosso. Con il ritmo giusto e qualche licenza.

Partiamo dal disegno. Ottimo il lavoro fatto, che si mantiene fedele ai tratti originali, arricchendolo sì di colori, ma senza pomparlo. Noi lo abbiamo visto in due dimensioni proprio per non rovinare il gusto di ciò che arriva dal passato (le ultime strisce risalgono a 15 anni fa, poco prima dell’addio e quindi la morte di Schulz) e lo promuoviamo in questa veste non amando le tre dimensioni. Poi c’è il doppiaggio, affidato a dei veri bambini: la cosa si sente positivamente nei dialoghi. E quindi ci sono corsi e ricorsi, riferimenti indispensabili per chi conosce i Peanuts: dagli aquiloni ‘inv(i)olabili’ di Charlie Brown alla macchina per scrivere di Snoopy alla consulenza psichiatrica a pagamento offerta da Lucy. Riferimenti che in ogni caso anche per chi non li ha mai letti si inseriscono bene nello svolgimento della storia, che ha un ma di fondo…

Dal punto di vista della sceneggiatura infatti c’era poco da fare. Essendo impossibile riprodurre in circa un’ora e mezza la complessità delle strisce e degli umori di un universo che, come abbiamo già avuto modo di scrivere in passato, non è nient’altro che il racconto di un mondo che riguarda prima di tutto gli adulti (vero pubblico di Schulz), si è puntato sostanzialmente su una storia d’amore. Ma attenzione: amore non solo per la ragazzina dai capelli rossi da parte di Charlie Brown, ma amore per chi è vicino, per la proprie qualità ma anche per i propri difetti. Con l’equivoco che trasforma il brutto anatroccolo poco considerato in cigno acclamato e un lieto fine che toglie quella nebbia di incertezza che pervade le vite dei Peanuts. Alla fine, come ci ha ricordato un nostro piccolo amico all’uscita dal cinema, il messaggio che ne traspare è che nella vita non bisogna mai mollare. E già questa, oltre a uno strepitoso Woodstock, ci sembra una buona ragione per andarlo a vedere.

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