SimCity, il gioco per gestire la nostra città

La retrorecensione di uno dei videogiochi più famosi di tutti i tempi, che come obbiettivo aveva la progettazione di un centro abitato o per lo meno la risoluzione di uno dei suoi problemi...

11 Giugno 2021 di Paolo Morati

Quando nel 1989 Maxis lanciò sul mercato SimCity rimanemmo subito folgorati. Poter creare sul nostro amato Amiga una città e vederne lo sviluppo nel tempo, gestendola e prendendo decisioni su vari livelli, ci sembrava del tutto affascinante. In particolare nell’organizzazione della rete ferroviaria, vero nostro chiodo fisso da sempre. Nelle sue innumerevoli versioni ci sono anche scenari, di solito con il nome di una città reale (Detroit, Rio de Janeiro, Amburgo, eccetera), centrati sulla risoluzione di un problema preciso, dalla criminalità all’inquinamento. 

Partendo dalla costruzione delle strade, gli sviluppatori di SimCity avevano pensato di metterci in mano gli strumenti per organizzare i diversi quartieri che via via si sviluppavano per opera dei cittadini, installare infrastrutture di supporto (a cominciare della centrale elettrica, indispensabile per iniziare) e di divertimento (stadio compreso…), spendendo soldi pubblici e incassando tasse. Affrontando anche eventuali disastri, tra terremoti e tornadi,  e controllando criminalità e inquinamento. Fino a dover fronteggiare i danni causati da un mostro come Godzilla…

SimCity è stato una vera e propria pietra miliare dei videogiochi, portato su innumerevoli piattaforme (compresi i palmari d’epoca) e dando il via a una serie di seguiti sia sulle città sia spostati su altre tematiche, dall’agricoltura ai formicai. Noi però siamo affezionatissimi all’originale con vista dall’alto, nato tra l’altro anni prima su Commodore 64 senza essere subito pubblicato e oggi disponibile anche in versione Open Source con il nome di Micropolis.

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