Basket

Siena e i suoi scudetti: fu vera gloria?

Stefano Olivari 14/01/2016

article-post

Il grande ciclo di Siena, otto scudetti in dieci anni anni (di cui sette consecutivi e sei con Simone Pianigiani capoallenatore, gli altri due con Recalcati e Banchi) è stato tutto una finzione? La risposta giudiziaria, nel silenzio assordante dei presunti danneggiati dai comportamenti da Minucci e dal Montepaschi, è abbastanza chiara. L’inchiesta Time Out ha evidenziato diversi gradi di responsabilità, anche se quello che fa più notizia è relativo all’ex commissario tecnico azzurro: che penalmente (l’accusa era di evasione fiscale) l’ha scampata grazie al fatto che il totale delle dichiarazioni contestate fosse inferiore a 150.000 euro in tre anni, ma alla lettera del codice di giustizia sportiva rischia una squalifica pesantissima da parte della FIP. Almeno lui si potrà difendere, visto che al contrario della vecchia Mens Sana, fallita nel 2014, è ancora vivo. Considerando la tempistica dei fatti addebitati sono infatti a rischio revoca sei scudetti, con impossibilità di assegnazione ad altri e non soltanto perché bisognerebbe scegliere fra seconda della stagione regolare e finalista dei playoff. Tutte cose che stanno trapelando in piccole rate, in attesa dell’avviso di conclusione delle indagini: per adesso notizie o illazioni che vengono titolate a seconda del bacino d’utenza del giornale o del sito (a proposito: alcuni siti-canaglia dell’epoca sono scomparsi, altri si sono trasformati così come i loro ‘editori’). Impressionante è comunque l’atteggiamento degli altri club, per lo meno di quelli non falliti o rinati sotto altra ragione sociale: Milano, Varese, Cantù, Virtus Roma e Bologna (da ricordare che le due Virtus furono gli unici club a inizio 2014 a non votare per Minucci presidente di Lega, nomina poi saltata per l’arresto dello stesso Minucci) sembra quasi non vogliano rivangare vecchie questioni e la cosa, diciamolo senza giri di parole, risulta sospetta. Come se alcuni dirigenti e i loro giornalisti di riferimento (ad alcuni basta una cena gratis e una finta confidenza) non volessero dare pubblicità postuma ai loro rapporti con Minucci, rimasto curiosamente l’unico ‘cattivo’ mediatico, per non parlare dei diritti di immagine che non erano certo un’invenzione senese. Ma, in attesa delle sentenze propriamente dette, sul Guerino non dobbiamo sfuggire alla domanda sportiva: fu vera gloria? Continua sul Guerin Sportivo.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Allievi come maestri

    Oscar Eleni invitato e non più inviato speciale alla grande festa fra gli allegri fantasmi del basket fra Bologna, Cantù e i cari amici di Brescia. Sulla nuvola che porta al ristorante dei canestri ci ferma prima GIULIO ONESTI, il rivoluzionario che salvò lo sport dalla politica becera, ironizzando sulla candidatura di FRANCO CARRARO alla […]

  • preview

    Toko magico

    Oscar Eleni  ubriaco dentro il Naviglio dove la banda Armani annuncia la guerra dei bottoni, “Faremo una squadra competitiva”, facendoci  capire che fino a ieri si era fatto il contrario. Con questa luna rossa di giugno abbiamo gustato tutto il resto, persino la finale NBA tifando INDIANA. Notte per lo scudetto. Brescia incantadora, con la […]

  • preview

    Fine di Messina

    Oscar Eleni infiltrato nel corteo misterioso che brinda al bar dei coccodrilli chiedendosi cosa vuol dire andare alle urne e non ritirare le schede. Mistero gaudioso anche più delle lacrime per Spalletti, ma i coccodrilli, si sa, piangono dopo aver mangiato le prede. Bancone affollato perché ci sono a Milano anche gli sciocchi in blu […]