Basket
Sfortuna sui tiri aperti
Oscar Eleni 26/11/2024
Oscar Eleni sul letto di ortiche dove ci costringe la passione per chi gode accontentandosi di vestire disastri con il sorriso. Lo sa anche il pinguino messo fuori dal branco perché il melanismo delle isole atlantiche georgiane gli ha cambiato colore e per il resto della tribù resta un diverso. Notte insonne e insana dopo aver guardato il secondo episodio di Azzurra alle prese con i geyser islandesi: dolci a casa loro, terribili dove l’Italbasket doveva festeggiare insieme alla gente di Reggio Emilia nelle giornate dove tutta l’Italia che conta si è messa a palleggiare usando racchette, brindando con Sinner e piangendo con Berrettini facendo festa alle ragazzi della Garbin, con lo stesso impegno mostrato nei giorni in cui troppi si sentivano velisti e benedicevano la barca del Moro e con Luna rossa, felici come quando dicevano che giocare a golf è semplice e non costa neppure tanto, come cercava di convincerci il Montali grande con la pallavolo e bravissimo per la Ryder cup.
Il campo, i giocatori, si sa, molte volte amano fare dispetti ad un mese dalle elezioni per una nuova presidenza ora che contro Petrucci si è schierato ufficialmente il Valori della curia romana. Eravamo tutti inebriati dalle battute del Pozzecco che combattendo l’emicrania stava preparando la Nazionale che secondo lui è amatissima dalla gente. Lo sono quasi tutte. In ogni sport. Basta che vincano come le pallavoliste o facciano bene, anche perdendo come quelli del rugby contro i tutti neri neozelandesi che, al momento, sembrano feroci soltanto nella danza di guerra prima dello scontro fisico vero.
Tutelati dai nuovi risultati del nuoto, silenziosi davanti alle fughe dei campioni verso altre vasche, piste, allenatori, con il velocista Ali che va negli Stati Uniti come Jacobs, curiosi di capire se Binaghi e il suo tennis hanno davvero un seguito anti Malagò, eravamo sicuri di passare una settimana tranquilla anche nel basket dove le uniche maledizioni erano per i finali in Eurolega della Virtus dopo aver scoperto che la Milano senza centri può divertire e persino vincere scoprendo in Mannion doti che forse neppure lui sapeva di avere. Già, il rosso di moda anche nella palla al cesto ma trascurato dalla Nazionale che era convinta di mangiarsi l’Islanda a colazione come è avvenuto nella casa di Reykjavik affidandosi a Spissu come unico manovratore. L’andata senza veri problemi lanciando anche il nuovo paisà Basile, riscoprendo Akele, accettando anche qualche dormita tipo lo 0-13 all’inizio del terzo quarto, una dolcezza estesa poi offrendo un passaggio sul charter di Azzurra per il ritorno in Italia.
Nel clima festoso creato dando i gradi di capitano a Melli, reggiano testa quadra, si pensava ad una festa senza dover faticare in gara due. Solita storia. Dateci per favoriti e siamo perduti o, come diceva il Brera, mai fidarsi degli italiani. Andiamo molto meglio quando siamo criticati e sfavoriti e allora ecco i mondiali di calcio per Bearzot e gli spretati di Lippi, le medaglie del basket per Gamba e i suoi predoni nel 1980, alle Olimpiadi e poi all’europeo poi vinto a fine secolo. anche dal Tanjevic che coraggiosamente aveva tentato di cambiare la storia della Nazionale dopo quello che aveva fatto a Caserta e Trieste, l capolavoro di Recalcati che aveva bei giocatori, magari ce ne fosse qualcuno simile oggi, ma a cui nessuno dava credito almeno fino al giorno in cui tutti i riflettori erano sul basket italiano ad Atene. Vent’anni fa, purtroppo.
Con l’Islanda dovevamo passeggiare e divertirci. Ci abbiamo lasciato la coda rimasta già nella portiera della partita dopo 10 minuti passati a tirare sassi, senza quasi mai trovare il canestro. Nove punti, minino storico. Bagno nell’acido a cui ci hanno già abituato le due regine dell’Eurolega che trovano il buio all’improvviso. Un pianto senza trovare consolazione nei 6 minuti concessi per l’esordio del diciottenne Sarr, talento che il Barcellona alleva benissimo, che ci ha fatto dimenticare il 2 su 6 del Basile appena beatificato e subito mortificato. Martellati a distanza dal Palsson che si guadagna il pane nella capitale, un cecchino mai fermato dai piumini della difesa italiana che ha inghiottito il suo 5 su 6 da 3 come un salatino nell’apericena. Per Azzurra soltanto fantasmi cominciando proprio dal Melli che anche con i turchi del Fener ci aveva lasciato perplessi mentre la capolista batteva Bologna. Un capitano senza fuoco dentro come sperano di trovare anche quelli dell’Armani venerdì al tramonto, anche se la tradizione vuole che i separati da Messina sentano il desiderio di vendetta molto forte come diceva il James che a Montecarlo ha sofferto il licenziamento dell’altro OBRADOVIC, quello che ha fatto bene fino al giorno in cui chi paga ha pensato che fosse davvero lui il colpevole.
Serata da brividi che ci ruba pagelle tossiche sapendo che Pozzecco si è davvero sforzato prendendosi tutte le colpe, godendosi la qualificazione, ma dai, non diteci che era un obiettivo a rischio, che potevamo soffrire saltando dall’ultima finestra quando troveremo la Turchia di Ataman già qualificata e l’Ungheria a zero punti. Giusto comunque che si metta lui davanti alla truppa sbeffeggiata anche per quel 9 su 20 ai tiri liberi che squalifica tutti e che dice molto sull’atteggiamento della squadra che doveva divertire e invece si è presa soltanto bastonate.
10 All’ISLANDA che ci ha fatto capire come stanno le cose nella casa del basket italiano: giocatori pochi e quasi nessuno con vero talento. PETRUCCI e VALORI diteci qualcosa che vada oltre il tre contro tre. Gente con un vero passato e bei programmi esiste, basta non trascurarla o fingere che non esista.
9 Alla SFORTUNA, giocatrice astuta che sicuramente vestiva la maglia dell’Italia perché dopo ogni tiro sbagliato, un disastro, veniva accusata di danneggiare tiri aperti, passaggi alla pene di segugio, non favorendo il vigore di rimbalzisti carta velina.
8 A BASILE, SARR e AKELE he danno speranza anche se non piaceranno a tutti i colonnelli, gli stessi che per un certo periodo, diciamo prima dell’oro olimpico, tormentavano alcune delle campionesse della pallavolo con origini diverse anche se nate o cresciute in questa scuola e salvate dal mantra di VELASCO sulle cazzate e sugli errori: fake news.
7 Ad ATAMAN allenatore della TURCHIA che ha preferito privilegiare la Nazionale piuttosto che il suo PANATHINAIKOS che infatti ha perduto in Eurolega contro il TRINCHIERI da combattimento sul campo di Kaunas.
6 Al RICCI che ha cercato di salvare la barca, ci ha preso nel tiro, si è battuto e, per una volta, non ha litigato con gli arbitri dopo ogni fischio anche se la terna ci ha dato dentro per avvilire il Poz e la piccola ITALIA sul campo.
5 A DATOME, splendido capodelegazione, se davvero gli è venuta voglia di tornare in campo dopo aver visto l’Italia di Reggio Emilia. Certo servirebbe, ma sai le arrabbiature.
4 A SPISSU perché pensavamo di trovarlo più tonico se Pozzecco lo ha fatto arrivare da Saragozza. Certo gli serve una spalla.
3 A TESSITORI unico centro sperduto di Azzurra, tormentato da una stagione difficile a Venezia, finito nel gorgo islandese più di Melli anche se i veri dolori venivano dagli esterni che ci trovavano sempre sbilanciati.
2 Alle finestre FIBA per le NAZIONALI che non hanno davvero senso in una stagione dove già i club venderebbero la salute dei loro giocatori per un paio di dollari in più. La battaglia è per il gioco, non per sapere chi ha la gittata più lunga quando deve andare al bagno.
1 Alla LEGA che nella riunione a REGGIO EMILIA ha soprattutto parlato di nuovo contratto televisivo pur sapendo come stanno andando le cose nelle coppe, ai disastri con pochi italiani in campo, a questo mercato sempre aperto che porta in città gente senza talento, ma che costa troppo e manda in rosso tanti bilanci.
0 Al giovane CARUSO convocato per gara due con l’Islanda e stranamente non mandato sul campo. Ora, dopo Messina Erode, anche Pozzecco sembra padre crudele. Sarà colpa del ragazzo, del suo atteggiamento? Speriamo di no.
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