Senza esclusione di colpi, il culo di Van Damme

4 Ottobre 2022 di Stefano Olivari

I B-movie dichiarati hanno il pregio dell’onestà ed è per questo Senza esclusione di colpi lo rivediamo sempre con piacere. Si tratta, come tutti noi devoti (del gruppo fa parte anche Donald Trump) sappiamo, del secondo film di Jean-Claude Van Damme con un ruolo di rilievo, il primo nella parte del buono visto che in Kickboxers – Vendetta personale lui è un russo cattivo (e nel 1986 non c’erano ancora gli hacker, quelli che attaccano la Regione Lazio) mentre qui è Frank Dux, personaggio esistito ma con una storia più inventata di quella del film, a partire dalla partecipazione al Kumite, torneo di Hong Kong davvero senza esclusione di colpi: a occhio muore almeno la metà dei partecipanti.

Ma di Bloodsport, questo il titolo originale, abbiamo già scritto più volte. Qui vorremmo concentrarci sul personaggio della giornalista, grande classico dei film d’azione. Janice, interpretata da Leah Ayres, cerca di infiltrarsi fra il selezionato (ma nemmeno tanto) pubblico del Kumite e per farlo circuisce Dux-Van Damme, pilota statunitense al quale i superiori hanno vietato la partecipazione al torneo, con sgherri che devono andare a recuperarlo (tipo i legionari di Lionheart). Il politicamente scorretto del 1988, oltre che la realtà anche odierna, fa finire la giornalista nel letto del campione ma non ci sono scene di sesso, a beneficio dell’adolescente criptogay si vede soltanto il culo di Van Damme.

Le scene di arti marziali sono sempre ipnotiche, anche se sappiamo il tabellone a memoria manco fosse Wimbledon, con il cattivo Chong Li (un Bolo Yeoung vistissimo in Serie B e C ma anche in un’altra vandammata come Double Impact) che batte Ray Jackson, l’amico di Dux, nei quarti di finale, ed alla fine si trova davanti il nostro eroe con la giornalista, ormai trasformata in groupie, lì ad applaudirlo. Inimmaginabile oggi vedere un lottatore nero, uno degli avversari di Chong Li, muoversi letteralmente come una scimmia, ma al di là di alcuni particolari datati bisogna dire che i film targati Cannon sono una garanzia: rispettano il pubblico, anche a decenni di distanza.

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