Sconto vecchie glorie

13 Ottobre 2012 di Oscar Eleni

Oscar Eleni seguendo il camioncino che punta salla masseria di Manduria, nell’anima rossa del Salento, perché sulle fiancate c’è una scritta pubblicitaria che sembra  adatta a questa rubrica costretta a spostarsi nei giorni di pubblicazione per colpa dell’Eurolega nei venerdì mai santi, del campionato spezzato in tre fra il sabato e il lunedì. Dunque la scritta che ci ispira dopo aver sentito di storiacce brutte con biglietti offerti, in confezione privilegiata, regalo, a 15 euro, per vecchie glorie, per gente che ha dato tanto nelle società dove ha lavorato. Piccoli mostri crescono come i negozi in galleria. Gente che pensavi autonoma nella mente e nel braccio, gente che sul campo ammiravi anche se erano mezze figure, si rivela davvero al servizio del carabiniere di turno, con o senza maglioncino giro collo, ma perché stupirsi se vanno a cercare negli anfratti del piccolo ricatto via internet i consiglieri e i consigliori dei dirigenti di una Lega che ancora non si è accorta che le guide al campionato arrivano a numeri contati nelle edicole, spariscono subito,  mistero glorioso per chi sicuramente vendrebbe tante copie fuori dai palazzetti, anche adesso che  si vede poca gente sulle tribune. Piccole idee che non crescono sulla montagna calva dei lorenzacci messi a comandare un movimento che ha voglia di esplodere, ma che deve bersi la sua cicuta guardando questi ragazzi col gel che fanno tresca, da sempre, con gli stessi cicisbei, magari guadagnandosi la stima di un nano, la cosa più semplice, perché con certi cuori aridi basta pagare e sei nella scuderia.

Dunque la scritta e scusate se abbiamo allungato il brodo nello sfogo: Duri con lo sporco e dolci con le fibre. Eccoci. Duri con allenatori, dirigenti, giocatorini che sono lo sporco del sistema, sempre alla ricerca di un colpevole altrove, sul campo, negli uffici, nei contatti con la stampa. Si vendono per due righe a favore, pretendono persino di avere un posto in nazionale  su raccomandazione. Gira anche questa puttanata sulle Nazionali di Pianigiani e Meneghin. Non c’è limite alla calunnia delle mammole sfiancate. Certo che saremo duri con lo sporco del sistema, anche adesso che  si fanno giarare voci inquietanti sul Petrucci che torna alla casa basket, ma prima dovrà schivare i meteoriti del Coni servizi, della giustizia sportiva anacronistica, delle liti all’interno di federazioni che sperperano con gli amici degli amici e tengono a stecchetto atleti, società e tecnici. Dolci con le fibre. Ma come potremmo non esserlo se queste sono  gli allenatori che sul campo danno agli atleti e  non succhiano soltanto sperando che vada dentro il tiro da tre, se sono giocatori come Basile, come quelli che mettono il cuore sul campo e non pensano mai a nascondersi per salvare una effimera statistica. Da oggi il motto del Rincosur abbandonato per una battaglia  di bosco e riviera, ovunque ci sia un buon vino da bere, una bella storia da raccontare, sarà proprio questo: duri con lo sporco, dolci con le fibre.

Chiusura lampo sull’eurolega che ha ci ha investito come una doccia gelata, anche se eravamo pronti a vedere oltre le illusioni di facciata che servono per nascondere certe realtà. Cantù superspremuta dall’euroqualificazione non poteva essere pronta perché tutti avevamo fatto i conti senza la maledetta voglia della scuola slava di presentare sui campi gente che ha lavorato duro, magari non campioni di oggi, ma di sicuro del domani. Come sempre. I ragazzi del Buazzelli Trinchieri hanno sentito l’aria, forse, hanno fatto anche i conti con  una stagione che se portata fino in fondo ti fa giocare più di 80 partite. Ricordando il finale dell’anno scorso, di come il via libera a  Siena e Milano sia arrivato con gli infortuni, la fatica di andare dietro a chi si fa imprigionare dal superIo, così che nel momento del raccolto non c’erano più energie fisiche  e mentali. Bravo Filipovski, eh già a Roma ne sanno una più del diavolo quando congedano certi allenatori da Pesic e Repesa, certi dirigenti da Bodiroga e Tanjevic, brava Lubiana, ma Cantù non aveva rabbia e allora senza questa carica vedi la piccola dimensione di giocatori magari supervalutati.

Della sconfitta di Siena contro Berlino non chiedeteci, perché siamo fra quelli che erano preparati: viaggio americano, fatiche per stare nel mare dei Sargassi NBA, fatica per capirsi, ma poi bisogna fare i conti con la realtà e anche se Minucci  sogghigna davanti ai “so tutto” che parlano prima ancora che si possano fare veri bilanci, se il Banchi giustamente vede reazioni in gente da prendere a calci, noi restiamo dell’idea che  sull’asse  regista-centro non ci sono gli uomini giusti. Come testa, come tecnica, come atteggiamento e sperare che Kasun sia diverso dai suoi tatuaggi o che Eze torni all’origine, negli anni in cui ubbidiva, saltava, contruibuiva a portare scudetti, è abbastanza utopistico perché quando non hai più fame smetti di soffrire. Scariolo, l’odiato avvocato bresciano che ha casa in Andalusia, lo aveva detto al prode Proli, lo aveva fatto pagare il Beniamino smunto per un anno senza volerlo vedere neppure agli allenamenti che, di solito, se sono duri, scomodi, consigliano la risoluzione di certi contratti. Nessuno gli ha creduto. A Milano un milione più o uno meno non ha mai fatto differenza e poi adesso con la chiusura della valvola degli ingressi privilegiati per vecchie glorie in rosso, per chi ama il gratuito, si andrà presto al recupero. Magari in dieci anni, ma si recupererà, statene certi. E’ una  scommessa anche questa nelle vigne del rancido, una sfida a distanza fra il sistema Siena e quello di Milano. Vediamo chi lo ha più lungo. Eh sì, si riduce quasi sempre a questo. Sarebbe una scommessa dura da vincere se conosciamo il vero Minucci di Zenda, ma è tempo di viti che si stringono fra cervello e testicoli e allora chissà come andrà. Vedremo. Sul regista è facile capire che l’uomo ha in mente il vecchio motto dei giocatori usciti dalla grande madre americana: vado, li civilizzo, un po’ di salsa e di coca cola senza zucchero, e poi mi faccio la vita che voglio. Non è più così caro Brown ed è meglio che ritrovi la via di mezzo fra Tmac e McCalebb-Bolt per farsi accettare.

Milano sta bene se può guardare il canestro, se gli avversari non vanno a tastare il ventre molle della difesa. Control’Efes esordio interessante perché il principe Malik Hairston ha deciso di mettersi al servizio della gola di Langford, così come Hendrix copre il territorio difensivo che a Bouroussis sembra sempre un  giardino di ortiche. Milano ha lo squadrone per sfidare tutti e si è visto che anche le favoritissime, in fase di rodaggio, come ci ricorda il Peterson che assolve tutti come se davvero  avesse poi un premio a superlativo catodico, vanno tutti così così, persino Messina si è trovato già col fegato ingrossato dopo una partita, anche se ha vinto.

A proposito di eurolega: benedetto sia Tanjevic quando con il suo anatema contro il saccheggio NBA nell’Europa,  portando via giocatori fanciulli che poi regrediscono, ci avverte che gli Erden di ritorno diventano una malattia seria per una squadra. Questo lo ha detto anche Peterson. Beno male. A proposito di prima giornata, sarà anche un caso, ma il premio come miglior giocatore del turno è andato ad Emir Preldzic che gioca per Pianigiani ad Istanbul, che ha passato un’estate nel grande magistero del Boscia infinito. Postilla per curiosi: esordio del Fenerbahce con 10 mila spettaori. Esordio  con tanti bei palazzi pieni. Ma non da noi. Esordio per le italiane: 3600 spettatori a Desio, 2200 cazzo! a Siena, 4000, a ricazzo per Milano. CI riagioniamo e ci cantiamo sopra o ci perdiamo nel profondo rosso.

Oscar Eleni, 13 ottobre 2012

P.S. per i numerosi lettori e commentatori di questa rubrica: considerando il calendario dell’Eurolega e i lunedì di campionato, gli appuntamenti sono spostati al sabato e al martedì.

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