Scommesse e sport, il calcio e l’assicurazione emotiva

22 Febbraio 2017 di Indiscreto

Uno dei modi di scommettere sul calcio più diffusi, da parte dei non professionisti, è quello che viene definito assicurazione emotiva. Vale sia per il gioco meditato sia per le scommesse sportive live. In pratica si cerca di mitigare il dispiacere per la vittoria della squadra ‘antipatica’ più che puntare sui successi della propria, fenomeno che comunque esiste ma riguarda tifosi per così dire più light, che usano la scommessa come una sorta di ‘doping’ del tifo per rimanere concentrati 90 minuti.

Per quanto riguarda l’assicurazione emotiva facciamo un esempio concreto con la Juventus di quest’anno, squadra giocata in maniera seriale da molti sistemisti ma anche da un buon numero di antipatizzanti. Mettendo 100 euro sulla vittoria bianconera in ognuna delle 25 partite giocate dalla squadra di Allegri in campionato avremmo vinto 21 volte, con un guadagno netto di 987 euro (fidatevi, abbiamo fatto bene i conti e nemmeno con le migliori quote sul mercato) e perso 4 (partite con Inter, Milan, Genoa e Fiorentina) con un danno di 400 euro, per un attivo netto di 587 euro.

Non che abbiamo scoperto la formula dell’arricchimento sicuro, anzi, ma è solo per sottolineare che a volte questo tipo di scommessa unisce l’utile al relativamente dilettevole. Meccanismi psicologici che nel settore assicurativo sono studiati da secoli, visto che l’incasso di una determinata somma è legata al verificarsi di eventi per l’assicurato negativi (al limite la morte). Una situazione win-win, in altre parole.

Tornando alle scommesse sportive, fenomeni simili a quello che si sta verificando con la Juventus avvengono anche per altri grandi club italiani e stranieri (l’esempio classico è il Bayern Monaco), con effetti comuni sull’abbassamento delle quote ma diversi per quanto riguarda il bilancio degli scommettitori. È chiaro che nel mondo interconnesso di oggi l’impatto del tifo contro sia in una certa misura smorzato da riversamenti e coperture internazionali, oltre che dalla prevalenza quantitativa del cosiddetto ‘smart money’ (i soldi di sindacati di scommettitori e di singoli professionisti), ma questo non toglie che il gioco sistematico sulle ‘grandi’ sia nel medio periodo perdente, a meno di non scegliere la grande giusta. L’assicurazione emotiva, per chi la pratica, è comunque sempre una certezza.

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