Atletica
Schwazer ha superato la Juventus
Indiscreto 06/05/2020
I ricorsi e i gradi di giudizio per Alex Schwazer, fra giustizia sportiva e ordinaria, hanno ormai da tempo superato quelli della Juventus per Calciopoli. Più o meno con gli stessi esiti. L’ultima notizia è che il tribunale federale di Losanna ha negato in maniera definitiva la sospensione della squalifica di 8 anni inflitta al marciatore italiano nel 2016, confermando quindi la sentenza di primo grado (in merito al ricorso) dello scorso dicembre.
La vicenda sportiva non verrà quindi più analizzata dal TAS e l’unica partita ancora in corso rimane quella penale al tribunale di Bolzano, dove Schwazer e i suoi avvocati contano sul fattore campo, in assenza di prove certe sulla manipolazione del famoso test di Capodanno 2016. L’ipotesi di gareggiare a Tokyo 2021 è ora saltata definitivamente, mentre nel micromondo della marcia si dà comunque per certa la partecipazione di Schwazer a Parigi 2024, quando avrà 39 anni ma sportivamente molti di meno. La ‘nuova’ marcia, quella che a Parigi dovrebbe essere a regime, prevederà la 10 chilometri e una 30 che per Schwazer, almeno per lo Schwazer che ricordiamo, potrebbe essere l’ideale.
Assurdo crocifiggere Schwazer in un’atletica dove l’antidoping va a velocità diverse (un controllo a sorpresa in Kenya è più difficile che in Alto Adige), semplicemente si è dopato in due fasi della sua carriera ed è stato beccato. Ha truffato i colleghi puliti, però, e questo rimane. Come gli rimangono l’oro olimpico di Pechino nella 50 chilometri, due bronzi mondiali e addirittura anche la vittoria postuma nella 20 chilometri agli Europei del 2010, dopo la squalifica del russo Emelyanov. Come abbiamo già scritto, la sua linea del Piave è ormai quella di difendere il passato ‘pulito’ pre 2012.
Senza senso quindi farne una specie di caso Tortora, con il suo allenatore Sandro Donati a seminare sospetti e a buttare il pallone in tribuna, con richiesta di sempre nuove perizie e test: a proposito, che fine ha fatto quello sui 50 atleti ‘volontari’ con la collaborazione della FIDAL? Tutto fermo per COVID, immaginiamo. La protezione mediatica di Donati, amico e informatore di molti giornalisti, alla fine è stata più utile dei suoi insegnamenti tecnici.
Guardando al futuro e considerando che il tempo per riflettere non è mancato, la speranza è che l’operazione 2024 si fondi sulla pulizia, senza bisogno di medaglie per essere valida e degna di una fiction di Rai 1: l’atletica è un valore in sé. Il vero errore del 2016 fu questo, l’inseguimento di un campionismo deteriore criticato a parole, perché i libri di Donati li abbiamo letti con attenzione (‘Campioni senza valore’ è un’opera attualissima), ma poi preso come paradigma per successo e insuccesso.