Schiaffo a Roijakkers

14 Aprile 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni fermato all’aeroporto quando aveva già in tasca un biglietto per andare nel Quebec dove hanno scoperto da reperti fossili che farebbero risalire la nascita della Terra a 300 milioni di anni prima delle prime forme di vita, mandando a quel paese religioni e cacciatori di alieni. Preso per i capelli, chiedendo pietà per poter raggiungere lo sciamano canadese che aveva giurato di potermi guarire dalla trombosi maligna alla gamba sinistra che ci impedirà di andare al memorial Calvesi e ad Ascoli il 7 maggio dove De Vincentis e Bongiorni raduneranno gli amici del professor Vittori per un convegno dove chi ha amato o anche odiato il professore sentirà squillare la sua voce quando vedrà il busto in bronzo che gli hanno dedicato.

Non volevamo scrivere su questo recupero del basket che ha fermato a 14 le vittorie di Brescia perché questa Tortona è davvero qualcosa di più di una bella e nuova realtà: sul campo e fuori. Loro gli allenatori come Ramondino li confermano, li coccolano, altri, invece, amano cuocerli allo spiedo. Lo ha fatto Napoli e da quel giorno una sola vittoria, lo ha fatto Treviso e dopo l’esordio buono a Varese ecco la caduta a Sassari. Lo aveva fatto Varese scoprendo il porto sicuro della salvezza con una squadra leggera, vuota al centro, sorprendendo con questo basket olandese che ha incantato per alcune settimane facendoci dimenticare i tormenti del giovane Vertemati. Sembrava che tutto andasse bene come a Pesaro dove Luca Banchi nelle interviste meravigliao di Lambruschi ha spiegato come porterà  alla salvezza la squadra prima di mettersi sull’attenti per  la Lettonia che è sicuro di portare al mondiale.

Incantati dalla roccia Roijakers, ma ecco che dopo la partita nata male, con spari esagerati alla luna, l’amarezza della sconfitta contro la Trieste testarda che il suo Ciani lo ha sempre difeso,  è arrivato l’esonero imprevisto anche nel giorno in cui il bambino Librizzi ha fatto il suo record in serie A, 13 punti, nel giorno in cui Shenghelia ha portato con la prima doppia doppia italiana la Virtus Bologna oltre il supplementare imprevisto contro Trento, altro nido per gente che sa difendere le proprie scelte. La motivazione dice separazione perché l’allenatore, forse prendendosi a schiaffi con Reyes, ha mancato ai principi che la società intende seguire. Siamo stati tirati per i capelli in questa vicenda, prima la telefonata dall’amico Dallera, poi Cappellari, poi tanti, tutti sbalorditi. Avrà ragione Scola anche questa volta? Riuscirà Bulgheroni a tenere ancora tutti uniti? Speriamo di sì, perchè anche noi, come  Petrucci crediamo nel progetto, anche se al presidente federale e tutti quelli che fanno pagare ad uno le colpe di dieci, dodici quindici giocatori, vorremmo chiedere se è giusto che per avere la tessera di allenatore si debba stare lontano da casa tanti giorni, pagare una cifra, dipendendo, spesso, da gente che giudica senza pensare ai sacrifici, col sorrisino sulla boccuccia di rosa.

Sono giorni cupi per chi allena, guardate Milano. Per settimane al rogo Simone Inzaghi, poi lui ha vinto e ora sulla graticola  hanno messo il Pioli che avrebbe dovuto capire la maledizione delle stelle per i troppi complimenti già prima di pareggiare e ridurre il vantaggio, per non parlare di Messina sicuramente nei guai con questa Armani che non ha  superato i 70 punti per battere la quasi retrocessa Cremona che l’aveva raggiunta nel terzo quarto (41-41). Certo Armani malata, sfigata come la Virtus prima in classifica, fragile nella struttura di supporto a vecchi grandi leoni. Vedremo contro l’Efes campione in carica come andrà in una eurolega onorata col terzo posto. Vedremo nei play off italiani dove rischia di stare fuori Brindisi, anche in una notte di tiro ben fatta, come quella della Fortitudo rimontata a Venezia, per l’ultimo assalto vincente di Venezia e  quello andato male per un fischio non arrivato che secondo Vitucci è stato una svista almeno grossa come il fallo negato a Napoli una settimana fa. Meglio andare nel Quebec con le fiale anticoagulo del caro Max, medico che non abbandona pazienti brontoloni e la passione vera per il basket.

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