Scherma tutto l’anno

29 Luglio 2012 di Stefano Olivari

Della clamorosa prima giornata azzurra ai Giochi di Londra, con il secondo posto nel medagliere dietro solo alla Cina e a pari merito con gli Stati Uniti, rimarrano nella memoria tante cose ma soprattutto il torneo di fioretto femminile. Siamo abbastanza tuttologi per comprendere lo svolgimento delle sfide, fermandoci però sulla soglia delle ‘ricostruzioni’ e ammettendo che in televisione il novanta per cento delle stoccate non si vede così come il disco dell’hockey ghiaccio, ma quel poco che rimane di dignità ci impedisce di sdottorare su una disciplina che guardiamo solo ogni tanto. E’ invece possibile, prevenendo le lamentele sulla mancanza di attenzione per gli sport diversi dal calcio (ancora una giornata del genere e vedrete), chiedersi come mai la scherma non venga proposta con regolarità ed adeguato pompaggio su uno dei 400 inutili canali del digitale terrestre. Oltre al fatto sportivo, c’è infatti una personalizzazione delle rivalità che non può non appassionare un pubblico generalista, come si è visto anche nel differente ‘odio’ della Errigo nei confronti della Vezzali in semifinale e della Di Francisca in finale. Senza contare che qualsiasi tabellone di tipo tennistico, tanto più quando tutto nasce e finisce nel corso della stessa giornata e non di una settimana, si presterebbe benissimo ad essere legato ad una sponsorizzazione del genere betting e a scatenare le scommesse da casa. I continui paragoni con il calcio, anche da parte di sport di squadra, sono senza senso perché il calcio nella cultura italiana è un valore in sè, che prescinde dai suoi contenuti tecnici: il milanista non esulta per la cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva, ma non smetterà per questo di guardare il Milan. Nella scherma e in tutti gli altri sport l’interesse va invece conquistato anche al di fuori degli appassionati duri e puri, al limite anche grazie al gossip (significativo come ieri a Marin, ottimo finalista nei 400 misti, abbiano chiesto se il merito della rinascita risiedesse nel suo anno da single), ed è probabile che uno sport proposto o imposto nella maniera giusta possa ottenere più dello 0,01% di share. Cosa costeranno i diritti, non diciamo dei Mondiali (l’anno prossimo a Budapest), ma delle varie tappe della Coppa del Mondo che a fatica trovano due righe nelle brevi della Gazzetta? Niente? Meno di niente? Alla fine la sensazione che al mondo della scherma non importi più di tanto il successo popolare durante i 4 anni fra un’Olimpiade e l’altra. Gli atleti lo stipendio lo prendono (dallo Stato, peraltro) lo stesso, il politico amico ti fa ottenere qualche passaggio su RaiSport alle 4 del mattino, i giornalisti di settore si sentono vere autorità al contrario di quelli del calcio che contano niente.

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