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Sasha Banks, una diva dopo le Divas
Stefano Olivari 17/08/2016
Sono ben pochi gli adolescenti italiani che non sappiano chi sia Sasha Banks, la cui fama come personaggio è addirittura arrivata anche a noi popolo di Lapadula e Padoin: impossibile, anche soltanto cambiando canale, non imbattersi in un combattimento o pseudo-tale, rimanendo perversamente incollati al contorno. Si tratta, in estrema sintesi, della più famosa wrestler del mondo, che dallo scorso 25 luglio è anche detentrice del titolo WWE (la più famosa delle sigle organizzative del wrestling) dopo avere battuto Charlotte (la figlia del grande Ric Flair) a Pittsburgh. La settimana scorsa in una conference call organizzata dalla WWE per promuovere il prossimo Summer Slam (domenica al Barclays Center di Brooklyn: informazione di servizio, visto che l’Uomo Indiscreto è di casa a New York almeno quanto a Baranzate o Bisceglie) abbiamo avuto l’opportunità di porle alcune domande ma onestamente abbiamo succhiato le ruote, alla Freddy Maertens, a quelle della stampa specializzata in questo spettacolare sport dove tutto è così palesemente finto da avere un fondo di verità. Di sicuro gli sceneggiatori della WWE sono geniali almeno quanto quelli di Hollywood e le sottostorie sono più divertenti, almeno per noi, di ciò che accade sul ring.
Cosa pensi dell’abbandono della denominazione Divas, con cui il wrestling al femminile si era fatto conoscere?
È un cambiamento che mi piace. Seguo il wrestling fin da quando ero piccola e come donna mi dava fastidio vedere soltanto sfilate in bikini o donne che facevano da puro supporto ai combattimenti degli uomini. Voglio che la gente guardi il Monday Night Raw o SmackDown per vedere cosa sa fare Sasha Banks e che si appassioni al wrestling femminile. Una campionessa del mondo si deve chiamare campionessa del mondo.
Ma il pubblico si appassionerà davvero a questo cambiamento? In fondo la maggior parte degli spettatori è di sesso maschile…
Spero che si appassioni. La partenza di questa nuova era del wrestling femminile non è stata grandiosa, ma dateci tempo e vedrete.
Cosa pensi di Stephanie McMahon commissioner di Raw? Una donna al potere è quello che ci voleva per dare un’immagine diversa del wrestling femminile?
Lei è un grande modello per tutti noi, anche fuori dalla WWE. Come me ha il carattere del capo, i suoi consigli sono fondamentali. Anche stando dietro le quinte avrà lo stesso successo avuto sul ring (nota di Indiscreto: la McMahon è figlia del proprietario della WWE e moglie di Triple H, uno dei wrestler più famosi, non è insomma che per farsi assumere abbia mandato il curriculum).
C’è già qualche tipo di accordo per il tuo prossimo match con Charlotte? Sarà una vera rivincita?
Assolutamente nessun accordo, voglio vincere (testuale ‘I just want to whip her butt’, come concetto ‘Voglio romperle il culo’). Fra l’altro l’incontro sarà a Brooklyn, che per me rappresenta molto visto che lì ho fatto grandi match.
Hai 24 anni ed è presto per fare bilanci. Ma in futuro come vorrai essere ricordata?
Come una delle più grandi di tutti i tempi, di sicuro. Voglio essere modello per le giovani che entrano in questo mondo e anche oggetto di studio al di fuori.
Al di là del pubblico, i wrestler uomini vi prendono sul serio?
In passato forse no, adesso la situazione è migliorata. Mick Foley (nota di Indiscreto: scrittore ed ex wrestler con diversi nomi, comunque rimasto nel giro della WWE) ha scritto di avere seguito il mio match con Charlotte e di sicuro il passato, quando guardavano i nostri match solo per deriderci, è passato.