La generazione di Bart-Libero De Rienzo

16 Luglio 2021 di Stefano Olivari

Libero De Rienzo è morto di infarto, a soli 44 anni, e fra i film che abbiamo visto con lui come protagonista (forse il più famoso è Fortapàsc, in cui interpreta Giancarlo Siani) o comprimario ci piace ricordarne uno a cui non sappiamo resistere ogni volta in cui lo incrociamo, cioè Santa Maradona. Che non  è sul calcio e nemmeno su Maradona, anche se il suo spirito eversivo aleggia in molte scene, ma sulla generazione di chi è stato adolescente nella prima metà degli anni Novanta, la prima che si è scontrata con prospettive nella media peggiori rispetto a quelle dei genitori. Una generazione senza nome, che anagraficamente viene incasellata alla fine della Generazione X ma che come spirito certo non ne fa parte e che ha senz’altro più cose in comune con i millennial.

Santa Maradona è la famosa canzone dei Mano Negra, il gruppo di cui fino a metà anni Novanta è stato leader Manu Chao, e che fa parte della colonna sonora del film. Una canzone che il Libero De Rienzo (Bart nel film di Marco Ponti, che è del 2001) della situazione ha amato da diciassettenne, con tutte le influenze del caso. Bart e Andrea sono due giovani che vivono a Torino, con notevoli problemi finanziari e una cultura troppo vasta, sia alta sia pop (in più scene si parla di calcio, in una si vede la maglia di Davids), per ciò che il mondo del lavoro e soprattutto la vita richiedono. In realtà a cercare un lavoro è solo Andrea (Stefano Accorsi, che quando lo vediamo con la giacca ci fa adesso l’effetto Leonardo Notte), quello dei due che fra mille dubbi prova ad integrarsi passando da un grottesco colloquio di lavoro all’altro.

Entrambi duri e puri, ma paradossalmente è Bart-Libero, quello più duro e puro (e quindi fragile) dei due a spingere l’amico verso l’accettazione dei compromessi che la vita richiede, nel lavoro e nei rapporti umani, come quello con Dolores, una splendida Anita Caprioli. Se quelli veri sostengono che l’archetipo dell’accidia sia Oblomov, a noi verranno in mente sempre il Bart di Santa Maradona e la faccia di Libero de Rienzo. Perché poi alla fine cogliere la stupidità e l’inutilità di tutto non è che aiuti a vivere meglio, a volte è una condanna. C’è chi la sconta come Andrea e chi come Bart, fra i pochi personaggi davvero memorabili degli ultimi trent’anni di cinema italiano.

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