Sanremo senza pubblico?

23 Gennaio 2021 di Paolo Morati

Sanremo senza pubblico da ipotesi sta diventando realtà. Ma ha senso tenere il Festival di Sanremo con pubblico distanziato o addirittura in un teatro vuoto? Se ne è discusso parecchio negli ultimi mesi e continuano a emergere opinioni diverse, con le date ormai confermate dal 2 al 6 marzo. Mentre c’è chi invoca il rinvio e chi protesta perché gli altri teatri non possono invece lavorare, è praticamente certo che non ci potrà essere il pubblico vero, bensì dei figuranti, immaginiamo pagati.

La nostra opinione era e resta che nell’emergenza, Sanremo, in quanto Festival della Canzone Italiana, avrebbe avuto (e forse ce l’ha ancora) la possibilità di sperimentare nuove formule, più asciutte e moderne, senza ospitate lontane dalla musica, incentrandosi in toto sulle canzoni come avviene già con lo Eurovision Song Contest per il quale l’EBU sta proprio studiando eventuali alternative per non rinviare di nuovo la manifestazione.

Partiamo in ogni caso dal pubblico all’Ariston. È proprio indispensabile? Noi crediamo di no, rappresentando certamente un elemento che si sente e che serve a ravvivare l’atmosfera con gli applausi, ma di per sé la sua presenza non influisce sul senso del Festival, che per noi resta appunto canzone. Nei decenni, a partire dai Festival tenutisi al teatro del Casino di Sanremo per arrivare al passaggio all’Ariston, con anche i casi dei tristi applausi registrati lanciati dalla regia o le urla dei supporter di parte presenti in platea, fino ai nostri giorni con il grande entusiasmo generale, il pubblico in sala non è mai apparso come qualcosa di effettivamente irrinunciabile a fini della musica.

Relativamente all’orchestra, reintrodotta nel 1990 con la vittoria dei Pooh nell’unica edizione tenutasi al Palafiori, in termini di distanziamento si potrebbe o posizionarla in platea visto che il pubblico sarà ridotto o in casi estremi tornare per una volta alle basi registrate (come ha fatto proprio l’ESC da anni) e dar vita a delle esibizioni più studiate e contestualizzate come avviene nella competizione europea, effetti speciali compresi. Sarebbe interessante scoprire cosa riuscirebbero a inventarsi in tal senso i team dei diversi partecipanti. Fronte votazioni: a noi non dispiacerebbe invece un meccanismo di voto che integri le piattaforme social e, ancora, assegni i voti regione per regione componendo la classifica proprio come avviene con l’ESC.

Certo, qualora una formula più compatta e innovativa dovesse avere comunque un certo successo, sarebbe poi un problema tornare indietro, al netto della questione economica. Troppo rischioso per le parti tradizionalmente in gioco? Possibile, ma potrebbe d’altro canto anche diventare l’occasione per provare a cambiare, magari in meglio. A meno di non essere convinti che Sanremo non sia il Festival della Canzone…

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