Sanremo 1980, solo noi

14 Gennaio 2020 di Paolo Morati

È la sera del 9 febbraio 1980. In diretta sulla allora Rete 1 della RAI viene proclamata la canzone vincitrice dell’edizione numero 30 del Festival della Canzone Italiana: Solo Noi di Toto Cutugno. Terza volta sul palco di Sanremo per il cantante di Fosdinovo, ma la prima come solista. E l’unica come vincitore assoluto.

Un’edizione di Sanremo, quella del 1980, che segnò una nuova partenza per la manifestazione arrivata dagli anni Settanta con uno scarso interesse da parte di pubblico e media, tanto che solo la finale veniva trasmessa in diretta. E che verrà ricordata anche per l’atipica presenza di Roberto Benigni insieme alla compagna Olimpia Carlisi (con tanto di bacio di 30 secondi, e il famigerato “Wojtylaccio…”), al fianco di Claudio Cecchetto, allora DJ 27enne, lontano dal modello (e gli stereotipi) del presentatore istituzionale.

Un’edizione che ebbe in gara alcune canzoni ricordate anche dai posteri, oltre a quella vincitrice. A cominciare da Su di noi di Pupo, vero cult del genere pop, terza classificata, fino a Contessa dei Decibel, la band di un all’epoca giovanissimo e ossigenato Enrico Ruggeri, passando per Gelosia di Bobby Solo in cerca di rilancio, e L’italiano di Stefano Rosso (niente a che vedere con l’omonimo brano di Cutugno), erede del decennio appena conclusosi. Quattro facce di uno scenario musicale in evoluzione, a cavallo tra la migliore leggera nostrana e le influenze di oltreconfine: a Sanremo si cerca insomma di rinnovare qualcosa, anche se la melodia la fa ancora da padrona.

Ecco che sono da ricordare in gara nel 1980 Canterò Canterò Canterò di Aldo Donati, Cavallo bianco di Paolo Riviera, ma anche la filastrocca Voglio l’erba voglio del cantastorie brianzolo Francesco Magni su cui ci fu l’intervento della censura, e un primo tentativo di tornare al successo da parte di Gianni Morandi con Mariù, firmata da Ron e De Gregori, entrata però rapidamente nel dimenticatoio. Per rivederlo al top dovremo aspettare ancora alcune stagioni e collaborazioni.

E poi alcuni nomi in voga all’epoca come Leano Morelli (Musica Regina) e la voce della sigla di Mork&Mindy, Bruno D’Andrea (Mara). Per arrivare a Enzo Malepasso, autore maiuscolo della nostra canzone, che con la sua voce ‘battistiana’ intona Ti voglio bene piazzandosi secondo.

Quello del 1980 fu in definitiva un Sanremo a tratti sì interlocutorio, ancora con quelle imperfezioni tecniche e scenografiche che la nuova era finirà per correggere, ma che tirò la volata ai due anni successivi che segnarono di fatto il definitivo ritorno della grande attenzione per una kermesse che volenti o nolenti è parte della storia italiana.

Share this article