Sanità lombarda o sanità veneta?

2 Aprile 2020 di Indiscreto

Nell’emergenza coronavirus si è comportato meglio il sistema sanitario della Lombardia o quello del Veneto? Da giorni si sta parlando di questo derby strisciante fra regioni governate entrambe dal centro-destra, con Fontana e Zaia divisi non soltanto dalla gestione dei malati ma anche dalla visione del futuro prossimo. La cosiddetta ‘patente di immunità’ di cui parla Zaia, tifoso (poi sarà stato consigliato da esperti, come tutti, ma noi citiamo i frontman) dei test sul sangue alla ricerca degli anticorpi, è solo l’ultimo esempio.

Ad adesso, stiamo leggendo sul Corriere della Sera, la Lombardia ha avuto 13.269 pazienti da coronavirus ospedalizzati (1.342 in terapia intensiva) a fronte di 25.765 positivi, mentre il Veneto 2.068 (350 in terapia intensiva) a fronte di 8.224 positivi. Evidente la diversa impostazione ideologica: da una parte più strutture dove si portano i malati, dall’altra più assistenza sul territorio. Ovvio poi che le due impostazioni possano coesistere, ancora più ovvio che il primo sistema sia basato anche sulle strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale.

Il fatto che gli ospedali, primo fra tutti quello di Codogno, e le case di riposo siano stati i principali veicoli di diffusione del virus non è un dettaglio, ma questo non deve far dimenticare che fino a due mesi fa quasi tutti parlavano del modello Lombardia come quello da seguire nel resto d’Italia. Magari il modello è giusto e le scelte fatte per l’emergenza sono state sbagliatissime, magari è sbagliato proprio il modello. Lo chiediamo ai lettori di Indiscreto, sperando presto nei nostri ‘Di qua o di là’ di sostituire Balotelli a Burioni, la Pellegrini alla Gismondo e Sarri a Pregliasco. Sanità lombarda o sanità veneta?

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