Sacchi è un maestro di calcio

31 Marzo 2021 di Indiscreto

Arrigo Sacchi è un maestro di calcio. Il quarto luogo comune della nostra rubrica prende spunto dai 75 anni che l’ex allenatore della Nazionale e del Milan sta per compiere. Sacchi non allena più da 20 anni, dalle dimissioni dal Parma causa stress, e da almeno 25, da Euro 1996, si parla di lui al passato. Però nel 2021 si discute ancora di Sacchi, e lo fa anche gente nata quando lui si era già ritirato, come se fosse un personaggio del presente. Anche i suoi antipatizzanti devono ammettere che una discussione strettamente calcististica su Sacchi sia più interessante di una su quasi qualunque allenatore di oggi.

Sacchi maestro di calcio, dunque, dopo le puntate su Gerry Scotti, Fiorella Mannoia e Valentino Rossi. Mai in Italia un allenatore ha fatto discutere come lui, nonostante la sua carriera sia stata breve e non abbia inventato niente. Non il 4-4-2, non il pressing, non la tattica del fuorigioco, non un certo tipo di preparazione atletica, con buona pace di chi lo considera erede del calcio totale degli olandesi. Se i tifosi hanno il diritto e secondo noi anche il dovere (com’è bello guardare una partita senza sovrastrutture…) di essere ignoranti, non vale lo stesso per i commentatori, visto che il calcio totale di Michels, Kovacs e altri non prevedeva ruoli fissi ed era strettamente legato agli interpreti. Dovendo violentarsi e mettere pedine su una lavagna, si potrebbe parlare di uno pseudo 4-3-3.

Su Sacchi maestro di calcio siamo un po’ in difficoltà. In positivo si può dire che il suo Milan abbia cambiato la mentalità dei club italiani in campo internazionale, anche di quelli che giocavano in maniera molto diversa: il Trapattoni degli anni Novanta era altra cosa rispetto al Trapattoni anni Settanta… In negativo si può dire invece che la sua Nazionale abbia quasi sempre giocato un calcio orrendo, sacrificando molti giocatori di talento e facendo scelte cervellotiche (Massaro preferito a Casiraghi, Vialli escluso, Signori sulla fascia), e che nel Milan si sia semplicemente trovato al posto giusto nel momento giusto con il miglior Berlusconi, il miglior Galliani, il miglior Baresi, il miglior Maldini, il miglior Van Basten, eccetera, e che forse i suoi risultati li avrebbe ottenuti anche quel Sonetti con il quale lo volevano sostituire.

Share this article