Sabermetrica e Chanel

17 Novembre 2012 di Oscar Eleni

Oscar Eleni da Torre Pellice capitale dell’unica minoranza protestante autoctona italiana. Non è un fatto religioso, solo che siamo nati protestanti contro orpelli, presunzione, finti Alì che non saranno mai Babà. Portarsi dietro Brad Pitt per riuscire a capire la sabermetrica che ha rivoluzionato la costruzione di squadre professionistiche nel baseball, confondendo le idee a chi si è convinto che si possa costruire un gruppo ragionando sulle statistiche. Ragionando, appunto, non prendendole per oro colato dai proprietari. Lui come attore è stupendo in quel film inquietante che è l’Arte della vittoria, una pellicola sconsigliata ai dirigenti saccentoni, a quelli che costruiscono le squadre comprando figurine invece che uomini, un lavoro raffinato sulla psicologia che è alla base vera nel successo, non soltanto sportivo, come direbbe la professoressa Muzio, come urlerebbe il Sandro Gamba se soltanto non lo avessero sedato perché le sue anche hanno bisogno di nuovi restauri e per due settimane dovrà vedersela con lo stesso catetere che ha mandato fuori di testa il papa Parisini, furente con i medici osservatori così come capitava con quel tipo che, nella purificazione della Roma satrapica, non sapeva trovare tutti i telefonini costo azienda, costo nostro per la verità, distribuiti a Roma nell’impero gardiniano, abbastanza lucido per dimettersi da solo e lasciare il letto vuoto, bravo a capire subito perché la candidatura di Cappellari per un posto in consiglio federale, in rappresentanza della lega dilettanti che ora opta per frati del convento, quelli che sanno distinguere più un pennino da una gomma che un pallone a spicchi da uno ovale, non poteva durare che lo spazio di un mattino. Si chiama specchio per le allodole. Basta far girare un nome, magari anche sponsorizzato da molti, ed ecco scattare la  rete per mandare il candidato a contare fagioli, così non romperà i maroni, anche perché se tu chiedi permesso, se ti dicono, magari ci fosse in consiglio gente così propositiva,  allora vuol dire che hanno  fatto subito banda per eliminare il pericolo, tanto Petrucci è in una fase di stallo perché la presidenza federale già scontata, unico candidato, potrebbe diventare un problema se con le nuove elezioni politiche ci sarà bisogno di un uomo veramente competente per lo sport. Lui può permettersi, certo, un consiglio federale non figurato come  quello  che fingeva di appoggiare Meneghin a cui vorrebbero far credere che il consolato in via di scadenza è stato davvero brillante. E’ sempre così. Rane che si gonfiano e poi scoppiano.

Dicevamo della passeggiata con Brad Pitt fino alla Val Angrogna dove speravamo di vedere, davanti alla Gheisa d’la tana, primo tempio dei valdesi clandestini, il Maurizio Benatti che un tempo fu regista  in Milano, con l’All’Onestà nelle giovanili e poi con l’Olimpia mai ripartita da zero, un ragazzo straordinario per una generazione di giovani che non hanno avuto tutti la stessa fortuna, come il povero Borlenghi, uno che Cesare Rubini chiuse a chiave nel suo ufficio, erano tempi di magra, la squadra era debole e aveva bisogno di tutti, perché aveva annunciato il ritiro per andare a fare il missionario in Africa dopo tante preghiere inginocchiato sul riso.

Con lui e Pitt a mangiare la soupa barbetta e la ricotta  avvolta nel fieno. Fase medidativa pensando alla settiumana di eurolega che ci ha restituito la vera faccia di Siena,  dove sono stati messi a sedere  gli acquisti sbagliati, centellinati quelli che credevano davvero di essere grandi giocatori tipo il Sanikidze che si ricorda per tre super prestazioni e si tende a dimenticare che poi te ne fa quindici da incompreso e quindi insoddisfatto del ruolo, dei palloni che tocca , trovando un ruolo giusto per il Brown che ora avrebbe bisogno di un compagno di viaggio nei momenti in cui è troppo stanco per ricordarsi che gioca nella società dei 7 scudetti dove devi lavorare per gli altri e mai per te  stesso. Attenti al Montepaschi rabbioso. Non è forte come in passato, ma un Ress così non lo aveva neppure Pianigiani, o, meglio, non lo faceva rendere così nemmeno il principe delle volpi ora alle prese con i mammalucchi del Fenerbahce, certo un ritocchino sarebbe davvero il lampo nella notte e sai lo spavento di chi pensava di esserseli tolti dai corbelli questi mensanini di nuova generazione. Siena è in una posizione  buona per andare alla seconda fase. Con i  capelli dritti per la paura, ma migliore di come si era presentata all’avvio europeo.

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