Rublo o euro?
24 Marzo 2022
di Stefano Olivari
La Russia sta fallendo a causa delle sanzioni? Per non dire pseudosanzioni, visto che ogni paese dell’Unione Europea, Italia compresa, ama il popolo ucraino ma non più dei propri pensionati che si stizziscono se in casa ci sono meno di 30 gradi. Non abbiamo la risposta alla domanda iniziale, non ce l’ha nessuno. Però con umiltà al quattrocentesimo generale in pensione trasformato in opinionista (si è rivisto anche Bellini, quello di Bellini e Cocciolone, diventato appunto generale ed in pensione) anche di economia abbiamo guardato su Google il grafico del cambio euro/rublo.
Mentre scriviamo queste righe con 1 euro si comprano circa 106 rubli. All’inizio della settimana se ne compravano 140 e il 7 marzo addirittura 155. Ultimo numero: il 24 febbraio, inizio dell’invasione dell’Ucraina, un euro valeva invece 95 rubli. In altre parole, l’effetto sanzioni sta almeno a livello di moneta rientrando, e Putin ha voluto sottolineare il concetto con il clamoroso annuncio che il gas dovrà essere pagato in rubli. Una notizia che ci riguarda da vicino, perché il 38,2% del gas che importiamo arriva dalla Russia. Ed importiamo quasi tutto, visto che secondo il Ministero dello Sviluppo Economico poco più del 4% del nostro fabbisogno viene soddisfatto da una produzione italiana.
Poi una cosa sono gli annunci e un’altra la realtà: fino a quale punto a Mosca converrebbe rinunciare ad incassi in dollari o euro? Ma al bar dell’economia possiamo fare un discorso grezzo: imponendo ai propri clienti l’uso del rublo gli economisti di Putin pensano di far sostenere all’Europa il corso del rublo stesso e al tempo stesso di incassare valuta pregiata visto che un cambio ci dovrà pur essere in ogni caso. Certo anche il peggio scritto dei contratti ha evidenziata ben chiara la valuta di pagamento (quindi non il rublo, a meno che il consulente fosse pazzo), ma ci sembra che le recenti vicende abbiano fatto saltare anche in Occidente lo stato di diritto, con espropri e sanzioni unilaterali, ed il giornalista collettivo a raccontarci che ogni russo è un oligarca.
Per liberarci degli stati autoritari, come la Russia e tanti altri da cui dipendiamo per bisogni in fondo nemmeno primari (stare in canottiera a gennaio in casa per guardare DAZN non lo è), e dei loro ricatti l’unica strada è una sostanziale autosufficienza, non soltanto energetica. Però bisogna dirlo ai comitati di residenti e ai No-qualsiasi cosa: che iniziassero a mettersi un maglione. Comunque sotto scacco saremo ancora per anni, visto che la produzione di energia non si improvvisa e gli altri paesi presso cui la stiamo mendicando hanno un’idea di democrazia peggiore di quella di Putin.
info@indiscreto.net
Is Russia failing because of sanctions? Not to say pseudo-sanctions, since every country in the European Union, including Italy, loves the Ukrainian people but no more than their own pensioners who get annoyed if it is less than 30 degrees in the house. We do not have the answer to the initial question, no one does. However, with humility to the 400th retired general transformed into a pundit (we also saw Bellini, the one of Bellini and Cocciolone, who became a general and retired), we also looked at the graph of the euro/ruble exchange rate on Google.
As we write these lines, 1 euro buys about 106 roubles. At the beginning of the week it bought 140, and on 7 March even 155. The latest number: on 24 February, when the invasion of Ukraine began, one euro was worth 95 roubles. In other words, the sanctions effect is receding, at least in terms of currency, and Putin wanted to underline the concept with the resounding announcement that gas will have to be paid for in roubles. This news concerns us closely, because 38.2% of the gas we import comes from Russia. And we import almost all of it, since according to the Ministry of Economic Development just over 4% of our needs are met by Italian production.
Announcements are one thing, but reality is another: to what extent would it be worthwhile for Moscow to renounce receipts in dollars or euros? But at the economics bar we can make a crude argument: by imposing the use of the rouble on its customers, Putin’s economists think they can make Europe support the rate of the rouble itself and at the same time cash in on valuable currency, given that there has to be an exchange rate anyway. Of course, even the worst written contracts clearly indicate the currency of payment (and therefore not the rouble, unless the consultant was crazy), but it seems to us that recent events have caused the rule of law to be broken even in the West, with expropriations and unilateral sanctions, and the collective journalist telling us that every Russian is an oligarch.
In order to get rid of authoritarian states, like Russia and many others on which we depend for needs that are not even primary (wearing a tank top in January to watch DAZN is not), and of their blackmail, the only way is a substantial self-sufficiency, not only in energy. But we have to tell the residents’ committees and the No-whatever: they should start wearing a jumper. In any case, we will still be in check for years to come, since energy production cannot be improvised, and the other countries from which we are begging have a worse idea of democracy than Putin’s.
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