Il ritorno di El Morisco

13 Novembre 2014 di Stefano Olivari

Fra i personaggi ricorrenti nelle storie di Tex, dove per Tex intendiamo l’albo mensile e non i troppi spin-off con velleità autoriali, uno dei più amati da noi fedeli lettori è di sicuro El Morisco. Che fa il suo ritorno nel numero attualmente in edicola, il 649, La stirpe dell’abisso, sceneggiato da Mauro Boselli e disegnato da Alessandro Piccinelli. Storia appassionante, che non spoileriamo, ambientata in Messico e che parte da una strana malattia di cui un medico amico di El Morisco è venuto a conoscenza, con sullo sfondo tragedie familiari e antichi misteri. Ma perché El Morisco, giunto alla dodicesima storia da co-protagonista, ci ha sempre affascinato? La ragione è semplice: è l’unico fra gli amici di Tex e dei suoi pard a non essere mai stato un uomo d’azione. Di più: è l’unico a venire da un altro continente, visto che nasce in Egitto e solo successivamente dopo varie peregrinazioni approderà a Pilares dove passa le giornate a studiare le vicende di popoli scomparsi (che poi non sono mai scomparsi del tutto), manoscritti indecifrabili (che lui decifra), mostri immortali (di cui lui trova il punto debole, passando poi la palla alle pistole). Approfondendo qualsiasi materia, dallo spiritismo alla matematica, mantenendosi non si è mai capito bene come: darà ripetizioni, forse, o come alcuni giornalisti e musicisti sarà ricco di suo. Emozionanti anche gli incroci con gli arcinemici di Tex, Mefisto e Yama, oltre che con i buoni tipo Montales. E pessima la trasposizione cinematografica, di cui si è parlato anche a proposito di Diabolik, nel già citato Tex e il signore degli abissi di Duccio Tessari. Qui El Morisco viene interpretato da Peter Berling, attore per grandi registi (Herzog e Annaud su tutti, su Wikipedia si parla della sua presenza in Gangs of New York di Scorsese ma sinceramente lì non ce lo ricordiamo) e buoni mestieranti, oltre che romanziere conosciuto in pratica solo nella sua Germania, trascurato precursore di Dan Brown e di tutti gli scrittori del genere complottisco-templare. Nel film non manca però il superculto, perché insieme al credibile Giuliano Gemma nei panni di Tex svetta una monumentale Isabel Russinova post-DiscoRing e post-Sanremo che poco dopo questo film sarebbe stata presente anche, nei panni di una giornalista sportiva, in Mezzo destro mezzo sinistro (è lei che insegue Margheritoni-Andrea Roncato sulla spiaggia). Ma tornando a El Morisco, non possiamo dimenticare la citazione del suo fedelissimo assistente Eusebio, inquietante messicano di origine azteca, che le mani e le pistole le sa usare. Conclusione? La forza di Tex è quella di rimanere uguale a se stesso, sbattendosene dell’età (fra poco il figlio lo raggiunge) e di quella, in avanzamento, dei lettori. Ed è un discorso che vale anche per i comprimari.

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