Il ritorno delle regine

23 Dicembre 2014 di Simone Basso

Nel circo bianco, tra le dame, si sta verificando una congiunzione astrale con pochi eguali nella storia della Coppa. Il ritorno di Maze e Vonn, opposte alla generazione giovane che sembrava aver sorpassato – soppresso? – la mistica delle vecchie (…) regine. Proprio nella stagione del ritiro di altre due fuoriclasse della nidiata degli Anni Zero, Riesch e Schild, Tina e Lindsey si stanno riappropriando del centro della scena. La slovena, dopo la collaborazione lampo con Mauro Pini (quattro mesi!), è seguita da Valerio Ghirardi, col fidanzato factotum Andrea Massi a supervisionare il team privato. Saranno stati gli ori olimpici a Sochi, che hanno chiuso il cerchio, ma Super Tina appare meno scostante e seganervi rispetto al passato recente. Quando alimentava la sua voglia di vincere con tensioni agonistiche quasi fuori controllo. La sfera di cristallo della generale dipende da lei, troppo forte e completa per le avversarie. Nel 2013 realizzò un primato di punti (2414) difficilmente avvicinabile, stavolta (in maniera più zen) già nella trasferta nordamericana ha fatto capire di essere superiore alla concorrenza.

Un quattro per quattro che primeggia indifferentemente in slalom o discesa, strapotente, che forse – anche per colpe non sue: la Slovenia è una realtà economica bonsai – ha raggiunto tardi la consapevolezza del suo potenziale. La Vonn, un tempo signora Kildow, domani forse Woods, questo dubbio non l’ha mai avuto. Lei è nata campionessa, testa e fisicaccio, e il suo rientro è stato trionfale: mancano solamente due successi al sorpasso del monolite Moser-Proell. Al di là di qualsiasi considerazione di buon senso statistico, date ad Annemarie il supergì e sarebbe dalle parti di Stenmark, la bionda mediaticamente fa onde. Americana, amatissima dai padroni della ferriera (gli austriaci) e dagli sponsor, talmente rispettata dall’ambiente che le si evitano domande scomode. Per esempio sulla rieducazione nel centro Red Bull di Thalgau, col buon Bernd Pansold al fianco. Le regine hanno frantumato gli equilibri e le certezze delle giovani dive. Anna Fenninger soffre anche la retroazione delle veterane del Wunderteam (Georgl e Hosp), Mikaela Shiffrin – un fenomeno – per la prima volta avverte la pressione delle aspettative; Lara Gut si sta dimostrando troppo discontinua per il sogno della generale, a dispetto del fatto che nessuno vanti la sua maestria nella conduzione delle curve. Il rendez vous tra fuste sarà in Colorado, proprio a casa di Vonn, Shiffrin e Mancuso: i Mondiali di Beaver Creek annunciano la resa dei conti.

“…Quando il Natale si approssima, l’infelicità si scatena su tutta la terra, invade gli interstizi, ci si sveglia al mattino con quel sentimento, discontinuo durante l’anno, che vivere a questo mondo pare intollerabile, forse disonesto, una bestemmia. Strano che abbia scelto questa parola, sostanzialmente pia, per descrivere l’infelicità natalizia. E infatti questo avverto, che a differenza della desolazione che direi privata, attraverso la quale passiamo in vari momenti dell’anno, questa è una tetraggine che ha dell’astronomico, come a dire che gli astri sono coinvolti, e forse la tristezza che suppongo mia in realtà è un affetto che tocca gli estremi dell’universo, e oltre, se si dà un oltre…” (Giorgio Manganelli)

Simone Basso, in esclusiva per Indiscreto

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