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Il ritorno dei Telegatti e della loro Italia
Paolo Morati 13/03/2018
A ottobre rinascono i Telegatti, dopo un decennio di assenza. L’annuncio del direttore di TV Sorrisi e Canzoni, Aldo Vitali, riguardante il ritorno delle statuette assegnate al mondo dello spettacolo, ci fa tornare ai tempi di quando c’era ancora il tubo catodico ed esisteva sostanzialmente soltanto la RAI. Sarebbe arrivato poi il duopolio con Fininvest-Mediaset, con qualche intrusione di TMC e di tv locali capaci di fare tendenza e storia, al contrario di alcune loro tristissime discendenti di oggi.
Come premio sono nati nel 1971, ma come evento televisivo i Telegatti sono un purissimo prodotto degli anni Ottanta. Erano i tempi in cui a giocarsi il Telegatto nell’ambito del ‘Gran Premio Internazionale’ erano Corrado, Mike Bongiorno, Pippo Baudo e Raffaella Carrà. Dove il personaggio rivelazione secondo i lettori del settimanale poteva essere Giuliano Ferrara oppure Ambra Angiolini, quello femminile Donatella Raffai o Mara Venier, e quello maschile Marco Columbro o Renzo Arbore. Con categorie ben definite, dai Quiz allo Sport dalla Musica al Varietà fino al mondo della Scienza, dell’Informazione e della Cultura, mentre in un’edizione poteva spuntarla Quark e in un’altra Samarcanda. Senza contare le ulteriori categorie come Satira, Soap Opera o TV per ragazzi. Insomma, gli anni in cui guardavamo Il pranzo è servito, il Festivalbar (che potrebbe tornare anche lui), Doc, Fantastico e il Roxy Bar, e Bim Bum Bam, fino al declino dei primi anni 2000.
Oggi il concetto di prodotto televisivo è cambiato drasticamente, l’apparecchio televisore e i decoder connessi compongono un sistema che consente di ricevere una moltitudine di canali. E se vogliamo limitarci a quelli free per le cosiddette ‘nomination’ non si potrà non tenere conto delle produzioni che vanno oltre le prime sette posizioni del telecomando, con tutte le verticalizzazioni e varianti possibili. Ci sarà, per fare solo un esempio, una categoria programmi con i cuochi? Ecco che le scarse anticipazioni date da Vitali fanno pensare a diversi cambiamenti che probabilmente terranno presente la rivoluzione digitale, sia per le selezioni che per le votazioni.
Un solo suggerimento. Pensiamo che sia doveroso assegnare un Telegatto alla carriera al personaggio che se lo merita più di ogni altro, ossia Maurizio Seymandi. Storico ideatore e conduttore di Superclassifica show, la trasmissione che dal 1977 ospitò il Telegattone, derivato proprio dal premio assegnato dal 1971 (proprio grazie alle intuizioni di Seymandi e Gigi Vesigna), nonché protagonista della sigla “Come tutti i gatti, vivo sopra i tetti, appoggiato all’antenna centrale, io controllo la Tv locale”. Simbolo di una televisione che ormai non c’è più e che, nonostante le resistenze inevitabili del popolo dei pacchi e delle fiction, i servizi in streaming sono destinati a rivoluzionare per sempre.