La resistenza di Bradley

11 Aprile 2014 di Stefano Olivari

Chi ha amato la boxe e chi ama gli animali non può che essere tifoso di Tim Bradley, che domani combatterà per la seconda volta nella sua vita contro il ben più popolare, non solo nelle Filippine, Manny Pacquiao per il Mondiale dei welter versione WBO. Bradley non è certo il primo campione dello sport ad essere vegetariano né vegano in senso stretto, ma di sicuro è il primo pugile di alto livello a sbattersene di consigli della nonna del tipo ‘la carne dà forza’, ormai con la validità scientifica dei calli per le previsioni del tempo. Bradley, imbattuto, è vegano dal 2008 e quindi nella sua alimentazione non solo non ci sono carne e pesce, ma anche i loro derivati come uova e latte. Il bello è che non stiamo parlando di un pioniere dell’animalismo né di uno che compiuto questa scelta per motivi etici come fu a suo tempo, ad esempio, per Carl Lewis: Bradley provò una dieta vegana prima del match con Witter, con lo scopo principale di rientrare nel peso e di superare i suoi problemi di digestione, e da allora non l’ha più abbandonata. Stupendosi lui per primo del miglioramento della resistenza, visto che quasi tutti i suoi match importanti li ha vinti ai punti in 12 riprese. Tutto questo lo diciamo non per presentare il match dell’MGM (lo stesso hotel-casinò di Las Vegas che ospitò la sfida nel 2012, con Bradley che prevalse con split decision), ma per rispondere ai tanti amici, vegani puri e onnivori, che giudicano poco netta la scelta vegetariana ‘media’, cioè quella di evitare carne e pesce ma non i prodotti che derivano dallo sfruttamento animale (al di là di casi limite come il vitello di Renzo Rosso, il signor Diesel, che secondo il suo proprietario pascolerebbe libero e felice). La risposta, almeno la nostra risposta, è semplice: la più lurida delle nostre magliette e la meno tecnica delle nostre scarpe da corsa sono costruite con lo sfruttamento umano, a livello di prima rivoluzione industriale. E gli articoli che scriviamo tutto il giorno, a volte per 5 euro quando non direttamente gratis, non sono molto lontani da questo concetto. Il mondo rimane uno schifo a e non crediamo esista qualcuno a cui chiederne conto. Possiamo però, per pura solidarietà, evitare la pena di morte e torture atroci per gli esseri senzienti, umani o animali che siano, senza rinunciare ai formaggini Tigre e alle uova Coccodì Free.

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