Reddito di base universale in Galles

17 Febbraio 2022 di Stefano Olivari

Il Galles diventerà la terra promessa dei fancazzisti? O, per dirla in giornalistese, aprirà la strada al reddito di base universale in tutta Europa? È fresca infatti la notizia che il governo gallese darà un sussidio di 1.600 sterline al mese lorde (1.916 euro) per due anni ad ogni diciottenne che abbandonerà la casa dei genitori per un qualsiasi motivo: di studio, di lavoro, o anche per nessun motivo.

La cosa notevole del provvedimento è che questo sussidio è incondizionato: non dipende cioè da eventuali altri redditi o dal patrimonio della famiglia del ragazzo e non verrà levato in alcun caso fino appunto al ventiquattresimo mese. Non è la prima misura del genere nel mondo, contando anche i vari esperimenti (in genere nel Nord Europa, ma ce n’è stato uno anche in California), ma è senz’altro la prima per un ammontare così alto.

Stando a quanto abbiamo letto sul sito delle BBC nessuno ha definito questa misura ‘reddito universale’, come a voler sottolineare la natura temporanea della cosa. Il governo gallese è in mano ai laburisti come è sempre stato da quando esiste, cioè dal 1999, e la misura è stata giudicata demotivante dai conservatori, ma il discorso va secondo noi oltre sinistra e destra, in un mondo sempre più polarizzato, in cui gli unici lavori con un senso sono quelli con un alto valore aggiunto intellettuale (ingegneri, medici, artisti, eccetera) e quelli manuali e di puro servizio (autisti, muratori, fattorini, domestici, eccetera).

In mezzo la massa di figli della piccola borghesia, né intelligenti né stupidi, né buoni né cattivi, né colti né ignoranti, la cui presenza o assenza nell’economia e nella società è assolutamente la stessa cosa. Certo lo scopo dell’idea gallese è un altro, non quello di dare uno stipendio a vita senza alcun corrispettivo di lavoro nemmeno formale (gran parte degli impieghi pubblici questo è), ma la direzione ci sembra chiara. Il lavoro ‘medio’ vale ormai pochissimo.

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