Calcio

Recoba un colpo alla Cairo

Indiscreto 01/11/2020

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Perché il 31 agosto del 2007 Alvaro Recoba lasciò l’Inter per andare al Torino da un paio d’anni in mano ad Urbano Cairo? O meglio, perché il Chino fu accompagnato alla porta? Non ci sono grandi retroscena: Mancini aveva chiesto la cessione di uno fra lui ed Adriano, per motivi diversi due casi che non riusciva più a gestire: Recoba un caso sportivo per infortuni e atteggiamento, Adriano un caso umano per alcolismo e amicizie. Il sogno dell’allenatore sarebbe stato la cessione di entrambi. E nel giro di pochi mesi Moratti lo accontentò, mandandoli via.

Il primo a partire fu Recoba, prestato al Torino. Dove in panchina c’era Walter Novellino, già incontrato al Venezia, forse l’allenatore che ha più creduto in lui. C’erano anche altre offerte, che all’Inter avrebbero fatto guadagnare qualche milione, ma Recoba chiese il Torino (e del resto avrebbe potuto rimanere alla Pinetina in vacanza un altro anno) e Cairo fu ben contento di prenderlo gratis, facendo anche felice il suo allenatore. Insomma, un colpo alla Cairo (ora alle prese con il Covid).

L’idea di base di Novellino era quella di farlo giocare insieme a Rosina, a supporto di una punta che poteva essere Ventola o Bjelanovic, ma sarebbe stato un modulo sostenibile soltanto con un Recoba decente dal punto di vista atletico. I primi infortuni in maglia granata tolsero Novellino dall’imbarazzo e a Recoba rimase un anno fra panchina e tribuna, con una sola grande partita, contro la Roma in Coppa Italia con due gol e tante giocate da Recoba di una volta (ma aveva solo 31 anni).

A fine stagione i saluti, sperando che Moratti si ricordasse della promessa di allungargli il contratto, oltretutto senza più l’ostacolo di Mancini. Invece dall’Inter nessun segnale e così il presunto preferito del presidente non fu nemmeno suggerito a Mourinho. Con il quale forse Recoba sarebbe durato tre ore, ma non si può mai dire perché Mourinho (al contrario di Conte) con i giocatori strani ha spesso un rapporto migliore che con i soldatini. Comunque dall’Inter nessun segnale e Recoba salutò l’Italia così, senza poter salutare.

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