Rambo 5, eternità di Stallone

14 Maggio 2019 di Stefano Olivari

È in arrivo Rambo 5, Sylvester Stallone ne presenterà infatti un’anticipazione a Cannes. Ma Rambo V: Last Blood non uscirà prima di settembre, negli Stati Uniti, per arrivare da noi poco dopo. Sarà l’episodio finale dopo l’inizio nel 1982 e a 11 anni dal quarto Rambo, con la solita domanda: il miglior Stallone è Rocky o Rambo?

Visto che l’attualità riguarda Rambo, bisogna dire che questo personaggio non è nato dalla fantasia di Stallone, come invece Rocky, ma da un romanzo dei primi anni Settanta scritto dal canadese David Morrell. La guerra in Vietnam non era ancora finita, ma già il tema del reinserimento dei reduci nella vita civile era incandescente.

Rifiutati da parte dell’America democratica perché avevano combattuto una guerra senza senso e da parte di quella repubblicana perché l’avevano persa, i reduci del Vietnam sono sempre stati un qualcosa di unico. Quante altre guerre gli Stati Uniti hanno perso? Ma soprattutto, quante altre guerre hanno percepito come stupide? Nemmeno quella in Iraq, con pretesti costruiti ad arte, ha avuto contro l’opinione pubblica come quella in Vietnam, che almeno si basava su presupposti migliori come l’aiuto al Vietnam del Sud, aggredito da quello del Nord in appoggio a guerriglieri comunisti e che nel corso della guerra avrebbe appoggiato anche i khmer rossi in Cambogia. Brave persone, insomma, degne di essere invitate al Salone del Libro.

Ma tornando a Rambo, è significativo che fra il romanzo e il primo film (titolo originale First Blood) fossero passati 10 anni, per colpa di una storia produttiva complicata ma soprattutto dell’assenza di un protagonista giusto. A metà anni Settanta la parte fu proposta a Steve McQueen, che accettò anche prima di un ripensamento dei produttori, che lo consideravano troppo vecchio per essere un reduce. Il casting ricominciò, per arrivare ad un altro gran rifiuto, questa volta dell’attore, che era Clint Eastwood. E si arrivò finalmente a Stallone, già lanciato dai primi Rocky.

Interessante anche la storia dell’attore per impersonare il colonnello Trautman, che avrebbe dovuto essere Kirk Douglas. La leggenda di Hollywood (ancora viva, va per i 103 anni) però si impuntò sulla sceneggiatura, pretendeva che finisse come il romanzo e cioè con la morte di Rambo. Ma gli astuti produttori avevano già intuito le potenzialità del sequel e così la parte andò al meno schizzinoso Richard Crenna.

Il nuovo Rambo non ha niente a che vedere con il Vietnam, come del resto anche il terzo e quarto episodio, ma è ambientato in Messico fra cartelli della droga e rapimenti: ormai quelli che si possono rappresentare come ‘cattivi’ sono soltanto i narcotrafficanti e a volte i russi. Di sicuro, uscendo dal primo livello fumettistico, Rambo è secondo noi il personaggio che consegnerà Stallone all’eternità, in prospettiva più di Rocky. Un magnifico perdente, Rambo, volto e apolitica incarnazione di chi deve pagare per le idee degli altri.

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