Quindici anni di attesa

18 Maggio 2011 di Igor Lario Novo

di Igor Lario Novo
L’incubo terminato, la reazione della Finlandia, la goleada per non umiliare, l’amaro per il Canada, l’importanza di Fasth e Pietrangelo e la superiorità dell’hockey.

 

1. L’incubo finlandese è finito. Quindici Mondiali. Quindici anni d’attesa. La Finlandia torna, finalmente, campione del mondo di hockey su ghiaccio. E lo fa con grande stile e merito. Stracciando i sorprendenti norvegesi ai quarti (4 a 1), prima. E liquidando con facilità disarmante la Russia in semifinale (3 a 0 e partita che rimarrà nella storia anche per lo straordinario 1 a 0 di Mikael Granlund). Per concludere con un match, quello della finale, sorprendente per qualità, intensità, velocità e, soprattutto, efficacia. Ricordiamo tanti derby amari per i finlandesi. Sconfitte dolorosissime, tipo il 6 a 5 nei quarti del Mondiale 2003 a Helsinki. Dopo essere stati in vantaggio per 5 a 1… La finale dei Giochi di Torino 2006 persa per 3 a 2 (anche se quella Svezia era inarrivabile). Questa volta la nazionale Tre Kronor si deve inchinare. Stracciata e mortificata 6 a 1. La Finlandia non è più la bella simpatica eterna seconda. È un giorno storico per l’hockey dei Leoni.
2. Eppure sull’1 a 0 svedese abbiamo creduto che sarebbe finita come al solito.
I finlandesi si sono costruiti una reputazione di squadra che produce sempre moltissimo gioco (anche bello) ma che concretizza poco. Il gol di Magnus Pääjärvi poi poteva essere di quelli che fanno male. Il primo periodo (finito 0 a 0) si era giocato a velocità impressionante. Con parecchie occasioni da una parte e dall’altra. Ma senza produrre reti. Il secondo terzo di gioco stava avendo lo stesso andamento. Finché al 27:40 Petteri Nokelainen controlla male un disco in uscita di terzo. E il giovane talento Tre Kronor ne approfitta. Supera in velocità la blu allargandosi verso il cerchio di ingaggio a sinistra e lascia partire una saetta di polso che inchioda Petri Vehanen all’incrocio dalla parte del guanto. Un gol tanto spettacolare quanto improvviso. E che in altre occasioni avrebbe tagliato le gambe (e la testa) ai finlandesi. Ma non in questa.
3. Questa volta hanno continuato la lotta. Se possibile con maggiore voglia e determinazione. Tenendo fede alla loro scuola, che impone grande pattinaggio e impegno fisico per finire i body check con costanza. Sforzo ripagato con il pareggio a 7 secondi dalla seconda sirena. 1 a 1 di Jarkko Immonen con uno slap shot in situazione di power play (aggancio fischiato a David Petrasek) sul quale Viktor Fasth nulla ha potuto. 1 a 1 a due terzi di partita. E ultimo periodo quindi ad altissima tensione. I finlandesi tornano sul ghiaccio determinati. Petteri Nokelainen probabilmente sa di averla combinata grossa e si rifà dopo soli 2 minuti e 30 nel 3° periodo, infilando il 2 a 1. Questa volta sono gli svedesi a perdere il disco in uscita di terzo. Antti Pihlström raccoglie e punta la porta. Il compagno di linea si propone a sinistra viene servito davanti alla gabbia infilando sul primo palo. La Svezia non ce la fa più. È sui pattini. Non passa un minuto e Niko Kapanen mette il 3 a 1. Il 4 a 1 di Janne Pesonen sancisce il tracollo anche mentali dei Tre Kronor. Con un gol di quelli che, per rubare un’espressione ai calciofili, riuscirebbe solo all’oratorio. Disco perso dopo un ingaggio in zona d’attacco. Mikael Granlud lo strappa a Niklas Persson. Janne Pesonen si propone in fascia sinistra. Gli svedesi tentano di difendere alla blu. Ma all’altezza della rossa di metà pista Granlund lancia dritto alle assi in profondità soprendendoli alle spalle. Il disco rimbalza davanti alla gabbia gialloblu dove lo raccoglie Pesonen, che incrocia da sinistra a destra tutto solo, fa fuori Fasth con una finta di bastone e lo infila raso ghiaccio sul palo di sinistra. Non c’è davvero più partita. I finlandesi non si fermano (fermarsi è considerato antisportivo e anche una presa in giro) e puniscono i cugini. 5 a 1 di Pyorala e 6 a 1 di Pihlström. Finlandia!
4. Il Mondiale 2011 va quindi in archivio. È stato un torneo emozionante.
Emozionante seguirlo e raccontarlo. È sembrato all’inizio che la Repubblica Ceca potesse davvero riconfermarsi. Tanta era la potenza mostrata fino alla sconfitta con la Svezia in semifinale. Svedesi che sono arrivati in finale coi favori del pronostico. Poco credito era stato dato ai Leoni di Finlandia. Probabilmente perché la vittoria con la Russia era sembrata determinata (anche a noi) dalla precaria condizione fisica dei russi (non reggere il confronto fisico nell’hockey si paga sempre a caro prezzo). È stato anche il Mondiale che ha confermato la Norvegia in crescita e la Slovacchia in pericolosissimo declino. È stato poi un mondiale amarissimo per i canadesi. Soprattutto perché scendono al 4° posto del ranking mondiale, superati anche da Finlandia (2a) e Svezia (3a a pari punti). E si vedono nuovamente battuti dai russi (che invece sono sempre primi nel ranking). Appuntamento all’anno prossimo dunque. Con l’edizione 2012 che sarà organizzata congiuntamente proprio da Svezia e Finlandia. Vedremo se i biancoblu sapranno arrivare alla finale di Helsinki (20 maggio 2012) a difendere il loro titolo. Nel frattempo, come dice sempre un mito del ghiaccio e del commento tecnico alla TV (Marco Baron): c’è ancora tanto hockey da giocare!
5. Dedichiamo le curiosità di oggi alle statistiche di fine torneo.
Che in diversi casi confermano le prestazioni di Finlandia e Svezia. I migliori realizzatori sono stati Jarkko Immonen (FIN, 9+3) e Patrick Berglund (SWE, 8+2). I maghi dell’ingaggio sono Pavol Demitra (SVK, 70%) e Jozef Stumpel (SVK, 68.18%, con la bellezza di 132 ingaggi, di cui 90 vinti). Il giocatore più influente sul ghiacco è stato Alex Pietrangelo (CAN, +9 il suo bilancio +/-). I portieri meno battutti sono risultati Petri Vehanen (FIN, 95.43% SVS) e Viktor Fasth (SWE, 94.57% SVS). Infine il difensore più prolifico è stato Dadid Petrasek (SWE, +7). Sono stati votati quali migliori giocatori del torneo: il portiere Viktor Fasth (SWE, votato anche MVP del mondiale dalla stampa), il difensore Alex Pietrangelo (CAN) e l’attaccante Jaromin Jagr (CZE). Tradizionale (e sempre attesa) l’elezione dell’all star team. Eccolo: (GK)Viktor Fasth (SWE), (D)David Petrasek (SWE), (D)Marek Zidlicky (CZE), (F)Patrick Berglund (SWE), (F)Jarkko Immonen (FIN), (F)Jaromir Jagr (CZE). Noi avremmo messo John Tavares (CAN) al posto del solito Jagr, ma anche tra i giornalisti che seguono l’hockey non manca chi scrive per sentito dire.
6. Concludiamo con una nota, che scriviamo appositamente con un pizzico di presunzione.
Non c’è stato in tutto il torneo un incidente di alcun tipo tra tifosi. E qualcuno si sarà accorto che in nessun caso, in nessuna situazione, in nessun commento si è fatto il nome di un giudice di gara (arbitro o linesman che sia). Non perché chi segue l’hockey sia più intelligente della media (o forse sì, ma non sta a noi dirlo), ma perchè segue uno sport e non un gioco.


Igor Lario Novo
(in esclusiva per Indiscreto)

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