Quelli del servizio scopa

29 Luglio 2013 di Silvana Lattanzio

L’Ossola Trail mi ha fatto vivere un’esperienza nuova. Non sono mai stata una grande runner, parlando di prestazioni cronometriche, però mai mi era capitato di essere così indietro da correre insieme a qualcuno che, per conto dell’organizzazione, fa il “servizio scopa”. Tutti i podisti sanno di cosa si tratti, ma per scrupolo chiarisco: una o più persone corrono in coda ai concorrenti, in compagnia dell’ultimo, per essere sicuri che in fondo, “abbandonato”, non ci sia più nessuno. E’ una precauzione, in caso si facesse male l’ultimo concorrente nessuno se ne accorgerebbe (se non tardi e solo dopo la finish line) se con lui o dietro di lui non ci fosse più nessuno.

Ma torniamo all’Ossola Trail, una gara che ormai sta diventando vecchietta: è già alla sua settima edizione e il suo patron, Carlo De Giuli, quando la ideò non l’avrebbe detto (sperato sì). Centosedici i partenti, è questa una gara che non annovera molti concorrenti per la durezza dei percorsi: 25 km la “corta”, 35 la lunga con 2.400 metri di dislivello, di cui 1.500 positivo. Beh, insomma, non una gara per tutti. Bellissimo lo scenario: partenza dal centro storico di Vogogna, dominato dal suo castello, per arrivare sul lungolago di Mergozzo, dove turisti e curiosi, dall’ombra dei loro baretti dove, comodamente, seduti, sorseggiano bibite fresche, guardano arrivare questi Ufo, bagnati, sudati, affaticati chiedendosi il perché. Le loro facce sorridenti e soddisfatte hanno risposto.

Il percorso parte subito duro, per far capire di che pasta sia la gara; nei primi chilometri, addirittura, c’è un breve tratto di ferrata dove, se non ci si svincola subito, ma solo i più veloci ci riescono, ci si incaglia un po’ in quanto i concorrenti devono passare uno per volta. Prosegue tra boschi e sterrati, in un continuo saliscendi che mette a dura prova le gambe. Un po’ d’ombra e un po’, anzi, un bel po’ al sole. E domenica picchiava. Solo un breve tratto è asfaltato, per il resto tutto è immerso nella natura. Io e il mio compagno di corsa, Max, partiamo con oltre un’ora di ritardo rispetto allo start ufficiale, per dar modo a tutti i concorrenti, in special modo ai più lenti, i nostri protetti appunto, di avere un ampio margine su di noi. Che meraviglia correre senza l’ansia da prestazione, in gara ma fuori gara, chiacchierando e correndo con Max del più e del meno in uno scenario meraviglioso e con la protezione e l’organizzazione di una vera e propria gara ufficiale, quindi, con ristori, chilometraggi certi, percorso ben segnato. Ottimo allenamento!

Al 25° la salita al Montorfano si presenta subito dura: niente corsa, qui si cammina. Passo spedito, passo da montagna, raggiungiamo la cima, dalla quale si ha un panorama che val bene la fatica: il lago di Mergozzo ai nostri piedi, il lago di Verbania un po’ più in là, e sotto tanti puntini, le persone, che fanno il bagno o passeggiano. Ripreso un po’ il fiato, io e Max ci buttiamo giù a capofitto per la discesa; questa sì che è il mio forte. Ancora boschi, vegetazione, sterrati. Bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi. Circa 10 i km totali di questa “passeggiata” che solo i lunghisti affrontano per completare i loro 35 km. Dopo un po’ che scendiamo, incontriamo l’ultimo concorrente; è provato dai tanti chilometri, ma soprattutto dal caldo. Rallentiamo al suo fianco, chiacchieriamo un po’ con lui per chiedergli come va ma non ha voglia di parlare, risponde appena, per educazione. Allora in silenzio ci accostiamo a lui e corriamo al suo passo. Solo un po’ più veloce per dargli lo stimolo che forse, ormai, dentro di lui non trova più. Poco avanti c’è un gruppetto di tre. Dai, raggiungiamolo. Piccoli stimoli, piccoli obiettivi per aggiungere al meglio quello grande, l’arrivo. Così è anche nella vita. Ma non filosofeggiamo. Adesso siamo in sei, un bel gruppetto davvero, e il rush finale è più divertente. La gente, anche chi non sa perché, ci applaude. Scenario dell’arrivo, solito ma sempre emozionante: arco, speaker, musica, ristoro, curiosi, premiazioni e, per chi vuole, massaggi.

Silvana Lattanzio, dalla Val d’Ossola

 

Classifica 35 km

Uomini

1. Bernardini Mauro 3:07’38”

2. Vergani Marco 3:25’40

3. Colombo Alex 3:43’20”

Donne

1. Tonetti Scilla 3:46’59”

2. Muraro Karen 4:33’13”

3. Giacometti Roberta 5:43’54”

 

Classifica 25 km

Uomini

1. Frassetti Ennio 2:07’14”

2. Mellerio Ruben 2:16’02”

3. Brunelli Massimo 2:18’58”

Donne

1. Cagnoli Stefania 2:49’34”

2. Digregorio Lorenza 2:50’02”

3. Coppo Monica 2:52’09”

Per le classifiche complete www.ossolatrail.com

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