Quel mare di gelato

13 Giugno 2012 di Alvaro Delmo

Bruno Lauzi La tartaruga

Quando eravamo bambini di Bruno Lauzi avevamo solo una immagine ludica. Per noi era il cantante de La tartaruga, indimenticabile (e indimenticata) filastrocca utilizzata come sigla della trasmissione Anteprima, un colpo di fortuna. Anno di grazia 1975, quando la felicità era un “bosco di carote e “un mare di gelato”, la televisione ancora in bianco e nero e vivevamo nell’incoscienza, inconsapevoli o quasi di quello che ci accadeva intorno, passando i pomeriggi a giocare a calcio o a biglie ai giardini pubblici (approposito, ma qualche bambino gioca ancora a biglie?) e a mettere i 45 giri nel mangiadischi.

Di fatto in quel periodo Lauzi – uomo dallo sguardo intelligente e ironico – aveva già alle spalle oltre una decina di anni di canzoni d’autore, belle, di quelle che oggi le devi cercare con il lanternino. Ma c’erano appunto anche le sigle, cantate direttamente o affidate ad altri: come dimenticare Johnny Bassotto o Cicciottella, anch’esse facenti parte della colonna sonora di quel periodo?

Dimostrazione di chi aveva la capacità di rivolgersi a un pubblico variegato, senza banalità, e che nel contempo scriveva poesie profonde e manteneva il coraggio di esporre senza esitazione le proprie idee. Come quando nel 1977 lanciò un pezzo fuori dal coro come Io canterò politico, presentandolo al Premio Tenco e dedicato di fatto a un certo tipo di cantautori giudicati sostanzialmente dei conformisti.

Una canzone che proposta in un momento come quello poteva anche sembrare professionalmente piuttosta rischiosa e che oggi, mentre la politica fa fatica a ritagliarsi un ruolo, potrebbe essere tranquillamente rispolverata. Sperando che versi come “non è cambiando tattica o nome del padrone che il popolo ha finito d’esser preso per coglione”, non si rivelino attuali.

In definitiva Bruno Lauzi è probabilmente mancato troppo presto per poter cantare finalmente politico (oggi avrebbe 75 anni) e rimane la curiosità di sapere che cosa avrebbe effettivamente scritto e detto di questi tempi. In parte lo aveva però preannunciato – non potendo immaginare di doversene andare prima: “Io canterò politico ma sarò troppo vecchio ed ai giovani dell’epoca io, io romperò parecchio”.

A quasi sei anni dalla sua scomparsa, arrivata dopo una fiera battaglia, consoliamoci con brani e interpretazioni storiche, da Ritornerai a Il poeta passando per Piccolo uomo, di un personaggio da riscoprire nuovamente come già accadde nel 1989 quando – a diciassette anni dalla sua composizione – insieme a Maurizio Fabrizio tirò fuori dal cassetto quella Almeno tu nell’universo che contribuì in modo decisivo al rilancio di Mia Martini.

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