Mezzofondo e dintorni

Quarantenni d’Italia

Stefano Olivari 15/10/2012

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L’atletica in Italia è uno sport per quarantenni? La risposta è sì, vale per chi la segue (fra i più giovani la monocultura calcistica è dominante) ma purtroppo anche per chi la pratica ad alto livello. Ieri a Carpi il 43enne Migidio Bourifa e la 39enne Ivana Iozzia sono diventati campioni nazionali di maratona. La notizia positiva è che si tratta di una bella chiusura, probabilmente, per entrambe le carriere (quarta maglia tricolore per Bourifa, terza per la Iozzia), quella cattiva è che non si tratta di gare master ma delle classifiche assolute. Va detto che il campionato italiano di maratona conta pochissimo e che nessuno degli azzurri di Londra era presente, ma è comunque significativo che Bourifa con il suo 2.20.45 sia arrivato a quasi 9 minuti dal vincitore della gara, l’etiope Sisay Lemma Kasaye, e che il quarto italiano fra gli uomini, Simone Wegher, non sarebbe riuscito a vincere la prova femminile di nessuna delle maratone internazionali disputate nel fine settimana (Eindhoven, Colonia Toronto). Lo diciamo con il massimo rispetto, visto che la maggior parte dei partecipanti (a occhio nessuno di società militari) può essere definita dopolavorista ed il problema non è chi fosse a Carpi ma chi non è riuscito a fare il tempo per i Giochi (dove fra i maschi c’era solo Pertile). E quindi? La maratona, fino a qualche tempo fa sbocco affrettato per mezzofondisti che in pista non avevano un sufficiente cambio di passo, in Italia è ormai roba per amatori. Come in pratica è anche Bourifa.

 

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