Buffon senza bisogno di storytelling

31 Gennaio 2018 di Indiscreto

Le celebrazioni per i quaranta anni di Gigi Buffon hanno avuto un po’ il sapore del monumento alla memoria, per un giocatore che nella classifica 2017 (non 1997, non 2007: premio all’immagine forse, ma ditelo a chi non è stato nemmeno considerato) del Pallone d’Oro è arrivato dietro soltanto a CR7, Messi e Neymar e che senza il disastro azzurro contro la Svezia sarebbe stato titolare sicuro al Mondiale russo nonostante in questo momento non sia titolare nella Juventus. Celebrazioni con punte di trash (la telefonata di Napolitano, da Fazio, e l’imbarazzo della D’Amico alle battute di Gattuso le vette, senza contare l’assalto degli ultras dello storytelling), che Buffon stesso ha dato la sensazione di gradire fino a un certo punto: è lui il primo a sapere di non essere il Buffon di qualche anno fa, non è lesa maestà ricordarlo anche in un contesto mediatico più portato all’agiografia che alla critica. Più comodo e produttivo per la carriera un bel cinque alto.

La sua carriera non sembra al capolinea, anche se è probabilmente alla fine la sua carriera nella Juventus, club che ha sempre avuto la forza di accompagnare alla porta anche le sue bandiere. Al di là dei record di longevità, che spesso sono costruiti per fare notizia ed entrare nel Guinness dei primati (a meno che Kazu Miura sia da ritenersi il più forte attaccante di sempre), bisogna chiedersi realisticamente quanti portieri nella storia della serie A siano stati ad alto livello oltre i quarant’anni giocando sul serio e non facendo numero come secondo o terzo. Nel calcio moderno gli esempi sono stati più di uno e ben conosciuti. Su tutti Ballotta, che con la Lazio 2007-2008 è addirittura arrivato oltre i 44 anni (44 e 38 giorni), da titolare in campionato, prendendo il posto a un Muslera che sarebbe potuto essere suo figlio (22 anni di meno…), e in Champions League. Titolare era anche Antonioli quattro stagioni più tardi nel Cesena 2011-12, stando in campo in Serie A fino ai 42 anni. Fontana è stato titolare, nel Palermo, fino a 41 anni e mezzo anche se qualche partita l’ha giocata in età più avanzata ancora. Fino a quasi 41 in serie A ha giocato, nell’Empoli, Daniele Balli. Ha tirato fino ai 40 ma da riserva Nicola Pavarini, mentre Pagliuca ha chiuso da protagonista a 40 anni compiuti con la maglia dell’Ascoli.

Questo per quanto riguarda la storia moderna, parlando di gente arrivata almeno fino a una decina di anni fa. In generale fra i portieri di alto livello arrivare oltre i 40 è sempre stato raro almeno quanto per i giocatori di movimento: fra gli indiscutibili ci sono infatti arrivati, oltre a Buffon e Pagliuca (ci scusino gli altri), soltanto Zoff e Albertosi. Mentre non ci sono arrivati, pur avendo messo nel mirino il traguardo, Zenga, Tacconi, Peruzzi, Abbiati, Toldo, Marchegiani, Galli, Tancredi, Bordon, Castellini, Sarti, Cudicini, Ghezzi, Sentimenti e Lorenzo Buffon. Prima della Seconda Guerra Mondiale c’era un altro mondo, in tutti i sensi: Gianpiero Combi si ritirò a 32 anni, subito dopo il vittorioso Mondiale del 1934, per lavorare al di fuori del calcio, mentre Ceresoli e Olivieri terminarono anche loro poco più che trentenni la carriera, ma in questo caso per colpa della guerra.

Nel calcio moderno le carriere, non soltanto quelle dei portieri, si stanno allungando per tanti motivi, anche medici e finanziari. Il Buffon attuale potrebbe benissimo giocare in serie A altri due anni, con la certezza di avere più da guadagnare rispetto a un Buffon allenatore (pare non sia la sua strada) e a un ipotetico Buffon dirigente mal sopportato da chi per fare il dirigente ha studiato ma non giocato. Personalmente lo vedremmo bene in politica, visto che nella vicenda Zucchi ha mostrato più senso del bene comune del 99,9% dei politici attuali, rimettendoci cifre assurde (sui 20 milioni di euro…): è di destra, anzi di più, come curiosamente sono moltissimi portieri, ma sufficientemente trasversale per piacere a tutti e ricevere offerte da tutti. Ma adesso vuole giocare e non gli si può dare torto. Si può essere contro la bolsa retorica sul vecchio campione che non si arrende, ma fino a quando il fisico te lo consente perché non giocarti la vita in campo invece che nell’orribile mondo esterno?

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