Quanto conta Maldini

22 Aprile 2021 di Stefano Olivari

Al Milan esiste di nuovo un caso Maldini, un anno dopo la storia di Rangnick. Il dirigente rossonero non ha apprezzato il fatto di aver saputo solo domenica di una partecipazione alla Superlega che Scaroni e Gazidis stavano preparando da 9 mesi, e lo ha detto pubblicamente. Scusandosi anche con i tifosi (ma scuse per cosa?) e dimostrando per la prima volta personalità da dirigente, al di là del dire ‘questo è da Milan, quest’altro no’. Certo lui è uno dei pochi motivi per cui il Milan è ancora diverso dall’Arsenal.

Come mai grandi calciatori ed ex grandi calciatori come appunto Maldini, per lo meno quelli che si sono espressi, hanno guardato con antipatia alla Superlega? Eppure tre quarti delle spese dei grandi club sono riservati a loro… Notevole che nel nuovo esecutivo UEFA fra i vari dirigenti senza un passato in campo, Gravina compreso, ci siano Rummenigge, Boniek, Suker, Savicevic… senza contare che Boban è stato coinvolto da Ceferin come Head of Football, qualsiasi cosa voglia dire. Il progetto dei 12, per non dire dei 2, era discutibile, ma certo la comunicazione è stata fatta da autentici cani, senza usare nemmeno un volto amato dalla gente.

Roberto De Zerbi è il nuovo Sarri in molti sensi, al punto che non sarebbe fantacalcio vederlo alla guida della prossima Juventus, anche se il prossimo giro è quello del gestore. La vittoria del suo Sassuolo ormai in vacanza sul Milan in corsa per la Champions League ha un peso diverso da altre imprese analoghe, visto che De Zerbi è stato uno dei primi personaggi del calcio italiano a prendere posizioni contro la Superlega e quindi le tre italiane che volevano andarci. La pagherà? In Italia i reati di opinione sono quelli perseguiti più duramente.

Nei giorni scorsi Maximo Ibarra, l’amministratore delegato di Sky Italia, ha comunicato le sue dimissioni  e in estate passerà ad un’altra azienda, dimostrando che il mondo dei manager è meraviglioso: si vince sempre, anche se la squadra perde. Ibarra, a Sky dal 2019, era infatti il grande teorizzatore del passaggio di Sky da editore e venditore di abbonamenti propri ad aggregatore di contenuti, propri e di altri, oltre che concorrente delle compagnie telefoniche con il suo Sky Wi Fi. È anche per questa sua visione, oltre che per la perdita di fascino della Serie A, che DAZN si è presa tutta la Serie A per il triennio 2021-2024. Come sta andando? Citiamo il grande Ugo Bologna: male, perdio! Nei prossimi 4 anni da Sky sono previste, secondo il Sole 24 Ore, fino a 3.000 uscite, cioè più del 25% della forza lavoro. E secondo noi sono stati ottimisti. La Serie A non sarà la mitologica killer application, ma non ci vengono in mente tanti altri motivi per abbonarsi ad una pay-tv.

Se la Juventus è stato uno dei due motori della già defunta Superlega, insieme al Real Madrid, ed il Milan è stato coinvolto fin dall’estate scorsa, cosa di può dire dell’Inter? Marotta sapeva, al contrario di Maldini, pur essendo coinvolto meno di Gazidis. Comunque l’insulso comunicato di rinuncia nerazzurro porta a nuovi livelli il concetto di supercazzola: ‘FC Internazionale Milano conferma che il Club non fa più parte del progetto Super League. Siamo sempre impegnati a dare ai tifosi la migliore esperienza calcistica; l’innovazione e l’inclusione sono parte del nostro DNA fin dalla nostra fondazione. Il nostro impegno con tutte le parti interessate per migliorare l’industria del calcio non cambierà mai. L’Inter crede che il calcio, come ogni settore di attività, debba avere interesse a migliorare costantemente le sue competizioni, per continuare ad emozionare i tifosi di tutte le età in tutto il mondo, in un quadro di sostenibilità finanziaria. Con questa visione continueremo a lavorare insieme alle istituzioni e a tutte le parti interessate per il futuro dello sport che tutti amiamo‘. Il nulla assoluto, l’imbarazzante distanza fra un presidente che non si vede da sette mesi ed una squadra che ha vinto lo scudetto pur pagata a rate.

Sarà vero, come sostengono Agnelli e Perez, che i giovani non guardano più il calcio? Più precisamente, nella fascia 15-24 anni, secondo il report dell’ECA (…) il 40% al calcio non pensa minimamente ed il resto si fa nella quasi totalità dei casi bastare highlights e messaggi con gli amici. Caso personale: due bambini a noi cari, di 10 e 5 anni, fratelli, si scambiano le figurine dei Calciatori Panini soltanto fra di loro e non certo perché le figurine siano obsolete (semmai è obsoleto usare l’aggettivo obsoleto), quasi tutti i loro compagni di scuola materna o elementare fanno una raccolta o sono nel mondo delle card. Solo che queste raccolte non riguardano il calcio. Padri criptogay che li mandano a scuola di danza? Troppi compiti a casa? Madri contrarie agli stereotipi di genere? Il calcio fa schifo? Comunque un solo bambino interessato al calcio in una classe di 25, nella periferia di una città italiana e non a Beverly Hills, dice qualcosa. Tutto questo ovviamente non c’entra con la Superlega, visto che alcuni grandi club stanno fallendo adesso e non quando questi bambini diventeranno, per usare il termine di Agnelli, ‘spender’.

Ma adesso basta con la Superlega e noiose discussioni sui massimi sistemi, dalla prossima puntata si torna frizzanti e sintetici. Intanto un indovinello, a cui non risponderemo (Indiscreto fattura troppo poco per sostenere battaglie legali) e a cui invitiamo a non rispondere nemmeno protetti da Disqus: chi è quel presidente, non diciamo di quale paese, al quale da due mesi, scoperto quello che Maurizio Mosca (ma anche noi, non ci nascondiamo) avrebbe definito ‘il mignottone’, la moglie intende portare via anche le mutande, oltre che la squadra? Un aiutino: non l’avrebbero fatto entrare nella Superlega nemmeno fra 100 anni.

 

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