Destinazione Palalido
Quando a Popovich fu preferito David Thompson
Stefano Olivari 23/04/2014
Gregg Popovich allenatore dell’anno per la terza volta in carriera è una delle poche notizie, insieme alle varie dichiarazioni di disponibilità per il draft (l’ultima è quella di Julius Randle, ennesimo one and done della Kentucky di Calipari), che riescano a distoglierci dall’attualità di playoff NBA esaltanti e con molti risultati a sorpresa: nonostante il modo triste in cui hanno terminato la stagione, le difficoltà dei Pacers con Atlanta sorprendono almeno quanto quelle dei Thunder con i Grizzlies, ma siamo solo all’inizio. Popovich, dicevamo. Il cui vero valore si vede proprio nell’era del mezzo Duncan e del Ginobili specialista. Va detto che a votare sono soprattutto giornalisti (380 in totale) e che la cosa in fondo penalizza Popovich, che in proporzione è molto più apprezzato dai colleghi che dai media. Durante la conferenza stampa Popovich ha anche scherzato, ricordando che deve tutto a Larry Brown (suo amico, fra l’altro: memorabile l’abbraccio dopo garasette delle Finals 2005, vinte dagli Spurs sui Detroit Pistons allenati da Brown), che quando guidava i Denver Nuggets lo avrebbe scartato preferendogli David Thompson. Il popolare ‘Skywalker’ era un giocatore di dieci categorie superiore a Popovich, ma la citazione ci permette di ricordare che nel 1975, quindi un anno prima della fine della ABA, Thompson fu scelto sia dagli Hawks della NBA che dai Virginia Squires della ABA. Non era stato una stella al college, ma una autentica superstella: trascinatore di North Carolina State al titolo 1974, guardia-ala piccola dall’atletismo devastante che ispirò una generazione ed in particolare l’allora bambino Michael Jordan (mai sentito Jordan fare tanti complimenti a un collega, sia pure del passato). Thompson optò per la lega più folle e spettacolare, per quanto indebitata, dove con un giro tipo Falchetti-Mengoni i suoi diritti finirono appunto ai Nuggets. Con Thompson leader in campo e Brown in panchina i Nuggets fecero la miglior stagione della loro storia, arrivando alle finali contro i New York Nets, progenitori degli attuali Nets, dove dominava il miglior Julius Erving della storia. Vinsero i Nets e poi Thompson insieme ai Nuggets confluì nella NBA. Regalando altre prodezze e infliggendosi un precoce declino, fra droga e dintorni. Lasciò il basket nel 1984, quando Popovich era al quinto anno come allenatore di Pomona-Pitzer, piccola (Division III NCAA) università californiana dove iniziò a farsi conoscere come allenatore. Tornando all’aneddoto Brown-Thompson-Popovich bisogna dire che la storia è quantomeno improbabile, perché nel 1975 Popovich aveva già smesso di giocare e faceva l’assistente di Hank Egan in quella stessa Air Force dove si era formato come giocatore prima di qualche anno passato nell’esercito. È però vero che Popovich, pur non prendendo mai in considerazione il professionismo, era stato un buon giocatore al punto di essere invitato da Hank Iba ai trials per i Giochi Olimpici di Monaco 1972. Fosse stato almeno in panchina, ai sovietici e a mister Jones quel numero non sarebbe riuscito.